Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 13 Gennaio 2016
Extra costi per l’innevamento: «Tre euro per ogni metro cubo»
Gli impiantisti di Anef stanno guardando a quanto già fatto in altre realtà «come il Piemonte, ad esempio - dice -dove è già in vigore una legge, la numero 2, che garantisce un contributo regionale agli impiantisti per la produzione di neve artificiale.
«L’attenzione verso le problematiche contingenti del settore e la disponibilità a condividere soluzioni possibili sono massime da parte della Regione e ciò è per noi rassicurante». Parola di Massimo Fossati, gerente gli impianti di Piani di Bobbio-Valtorta, nel lecchese, presidente di Anef Lombardia, l’Associazione nazionale degli esercenti gli impianti a fune, che, in Lombardia, raggruppa tutti i gerenti questo tipo di attività, per lo più complementari alla pratica dello sci, eccettuato quelle di Bormio (la Sib, Società Impianti Bormio di Valeriano Giacomelli), di Colere e di Lizzola, in provincia di Bergamo.
«Avevamo chiesto a Roberto Maroni, presidente della Regione, e ad Antonio Rossi, assessore regionale allo Sport un incontro - precisa Fossati -, alla luce delle difficoltà che l’intero settore dello sci sta affrontando, giorno dopo giorno, per effetto di una stagione incredibile. Ebbene, questo incontro c’è stato. Io e il mio vice in Anef regionale, Alessandro Mottinelli (impiantista dell’area Tonale-Ponte di Legno, nel bresciano) abbiamo avuto modo di spiegare, per filo e per segno, la situazione impossibile che stanno vivendo tutti gli impiantisti lombardi chiamati a uno sforzo di eccezionale portata per garantire l’innevamento dei loro comprensori. Più che altro noi puntiamo su un sostegno rispetto agli extra costi, cioè quello che abbiamo dovuto mettere in campo, in termini di risorse economiche, per garantire l’innevamento artificiale in un periodo così nefasto, dal punto di vista climatico, rimasto tutto sul groppone degli impiantisti che, peraltro, non hanno avuto neppure il ritorno sperato».
Si parla di 3 euro per metro cubo di neve artificiale prodotta «e se facciamo pari a 200mila metri cubi di neve - spiega Fossati -, il quantitativo che una stazione di medie dimensioni, non certo Livigno, per intenderci, ha dovuto produrre per allestire, almeno in parte, la propria area sciabile, ben comprendiamo i costi che sono stati sostenuti. Ora, non sappiamo ancora quali misure verranno o potranno essere adottate dalla Regione, perché Maroni e Rossi non si sono spinti così in la nella discussione. Hanno, però, preso atto delle nostre problematiche, mostrato grande sensibilità chiedendoci, peraltro, di sottoporre proposte serie e perseguibili».
Fossati e i suoi stanno guardando a quanto già fatto in altre realtà «come il Piemonte, ad esempio - dice -dove è già in vigore una legge, la numero 2, che garantisce un contributo regionale agli impiantisti per la produzione di neve artificiale. Da noi un meccanismo così, codificato, ancora non c’è e, forse, potrebbe essere ragionevolmente introdotto. Sicuramente, il bando presentato ieri mattina al palazzo della Regione di Lecco e teso a migliorare, adeguare e mettere in sicurezza gli impianti di risalita e le piste, in favore di enti pubblici o soggetti privati, gestori o proprietari di impianti, rappresenta un’ottima misura per il nostro comparto».
Si tratta di una provvidenza da 5,2 milioni di euro cui in parecchi guardano con interesse, anche perché, questa volta è stato alzato il parametro del rapporto fra passività e fatturato, nel 2013, in occasione del primo bando, fermo all’8% e oggi portato al 12%.
«È vero che anche stavolta non è possibile presentare una fideiussione a garanzia dei debiti - precisa Arnaldo Soncelli, vicepresidente di Federfuni - , però, la misura in sé è molto interessante. Quanto all’apertura di Maroni e Rossi sullo stato del comparto, ben venga, anche se per il tramite di Anef che, comprendiamo, essere più rappresentativa di Federfuni in Lombardia. L’importante è che si faccia qualcosa».
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