Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 04 Novembre 2016
Elezioni provinciali, scontro tutto politico
I protagonisti giocano a smarcarsi dalle appartenenze di partito, dai tradizionali schieramenti, ma intanto la buttano tutta sul (ri) posizionamento politico. Quello al centro, il più ambito.
Dibattito a distanza, ma acceso tra gli esponenti delle tre liste che concorreranno alle elezioni provinciali di secondo livello, alla vigilia (lunga) del voto, fissato per il 19 novembre.
Ad aprire le danze di chiarimenti, attacchi e contrattacchi è Giovanni Curti, segretario provinciale del Pd che nella lista identificabile con il centrosinistra fornisce alcuni dei suoi esponenti di spicco, come la capogruppo in consiglio comunale a Sondrio Roberta Songini, ma nessun tesserato di Chiavenna o dell’Alta Valle. Anche per questo, Curti tiene a precisare che i tesserati del Pd «concorrono in piena libertà ed autonomia alle elezioni provinciali nel loro ruolo di amministratori locali», ma non nega di guardare «con interesse agli scenari che vengono avanti» e di mettersi « a disposizione degli amministratori per dare una mano».
Il segretario del Pd punta il dito contro l’attuale governance di palazzo Muzio: «Il punto politico mi pare la spaccatura del progetto del presidente Della Bitta, nato due anni fa come civico e poi piegato sulle posizioni del Carroccio. Due anni poco produttivi - insiste -, poco si è ottenuto in termini di autonomia e deleghe dalla Regione, nonostante le annunciate affinità con il presidente Maroni. La maggioranza provinciale a trazione leghista è parsa più interessata alle poltrone. Mi sembra che qualche sindaco stia scegliendo altre strade».
Pronta la risposta del segretario del Carroccio Christian Borromini, attuale vice presidente in Provincia e ricandidato: «Per nascondere le divisioni interne al proprio partito - dice -, nel caso specifico una frattura insanabile, si attaccano gli altri. Per bocca del segretario del Pd abbiamo la conferma che i suoi iscritti procedono in ordine sparso, chi con una visione, chi con un’altra, alla faccia della coerenza. Peccato che per progettare il futuro del nostro territorio sia indispensabile una visione comune, magari con sensibilità diverse, ma comunque con obiettivi chiari e condivisi».
E il riferimento è innanzitutto alle differenti posizioni sul referendum costituzionale, soprattutto degli esponenti della terza lista, quella che vede riuniti sotto un unico simbolo Forza Italia, Popolari retici e amministratori di In Comune, l’associazione vicina alle posizioni renziane. Una lista che, avendo scelto l’autonomia rispetto all’esperienza di Della Bitta e della Lega, ma senza voler rompere apertamente, rappresenta il vero motivo di scontro. Adesso e in ottica futura.
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