Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 02 Novembre 2017
È novembre, ma sembra primavera
A Sondrio mostra e incontri sul clima
Delegazione del Fai: si parte sabato pomeriggio con l’esposizione alla sala Ligari della Provincia. Sotto la lente le conseguenze che l’innalzamento repentino delle temperature sta generando.
L’impegno della delegazione di Sondrio del Fai (Fondo ambiente italiano) a smuovere le sensibilità in ordine ai problemi di tipo ambientale - “mission” stessa dell’associazione - prosegue. In linea di continuità con le iniziative tenutesi nei mesi scorsi fra conferenze e mostre, sabato 4 novembre sarà inaugurata nella sala Ligari di palazzo Muzio la mostra documentaria “Il cambiamento climatico. Quali scenari per la Valtellina?”, promossa in collaborazione con Cai Sezione Valtellinese di Sondrio, Fondazione Bombardieri, Sev, Fondazione Fojanini e Sondrio Festival. Se pochi decenni fa la festività di Ognissanti del 1 novembre aveva già delle caratteristiche climatiche invernali, adesso sembra di essere in piena primavera.
L’esposizione «ha l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulle cause e le conseguenze che l’innalzamento così repentino delle temperature sta generando negli ecosistemi - spiega la responsabile degli eventi del Fai, Ida Oppici -, venendo a sbilanciare l’equilibrio dei rapporti esistenti nel ciclo della vita a livello planetario, con ripercussioni anche in ambito locale. Vorremmo divulgare i risultati degli studi compiuti dalla scienza in questi ultimi anni rispetto al clima, sistema complesso e dinamico, nei confronti del quale l’impronta umana sembra avere grandi responsabilità e i cui segni sono ormai ben visibili e verificabili anche in Valtellina. Vige infatti la regola che qualsiasi modifica importante all’ambiente generi diverse variabili e impatti sulle situazioni locali anche se il fenomeno di degrado ambientale è avvenuto a migliaia di chilometri di distanza; non è stato considerato a sufficienza il fatto che qualunque azione sulla natura può avere conseguenze non avvertite a prima vista e che certe forme di sfruttamento delle risorse agiscono sugli ecosistemi in modo imprevedibile».
In particolare si considererà il cambiamento climatico come agente cui sono imputabili gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, politiche che soprattutto le nuove generazioni dovranno affrontare perché testimoni ed eredi di una distruzione senza precedenti della biodiversità.
La finalità del progetto è quella di fare formazione, di animare riflessione e porre le basi per nuovi profili mentali, quindi cognitivi ed etici, coi quali operare il passaggio dallo star bene individuale a quello collettivo, nella consapevolezza che saper proteggere il bene comune è saper guardare al futuro. «La mostra proposta a palazzo Muzio - conclude Oppici - coglie l’urgenza di un intervento e l’invito di un pontefice come Papa Francesco per realizzare un’ecologia integrale che sappia prendersi cura della “casa comune” e traghettare i giovani verso valori e principi capaci di recuperare il rapporto uomo-natura, attraverso un uso responsabile della scienza e della tecnologia finalizzate a un nuovo concetto di progresso».
La mostra - adatta in particolare alle scuole che saranno accompagnate da guide - sarà visitabile fino al 2 dicembre da lunedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30.
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