Droni in vigna e nei meleti: il bilancio del progetto della fondazione Fojanini

Oggi i droni sono introdotti in via sperimentale, ma l’obiettivo è un utilizzo diffuso

Tradizione e innovazione in campo agricolo. Importante giornata di bilanci quella di oggi alla Fondazione Fojanini di Sondrio dove con un convegno al mattino e un incontro con tanto di visita sul campo al pomeriggio si sono chiusi due importanti progetti sperimentali su altrettante colture chiave per il territorio provinciale come vite e meli.

Dopo 15 mesi di attività Fernando Baruffi, presidente della Fondazione insieme alla coordinatrice tecnica Sonia Mancini e al presidente del Gal Paolo Bombardieri e ai numerosi tecnici che hanno lavorato raccogliendo i dati, hanno fatto il punto su Avidromo, il progetto sperimentale per l’utilizzo di droni e modelli previsionali nei vigneti finanziato nell’ambito del Programma di sviluppo rurale Valtellina Valle dei Sapori 2014-2020 e su Piconvate, l’iniziativa che mira alla valorizzazione di varietà di melo innovative. Due esempi di progetti strategici per un territorio particolare come quello valtellinese in cui, soprattutto quando si parla di vite, per coltivare bisogna affrontare numerose criticità legate alla morfologia del territorio.

«Una giornata importante per la Fojanini - dice Baruffi -, occasione di confronto con altre realtà e soprattutto di incentivo e promozione delle nuove tecnologie fondamentali per l’agricoltura di montagna. E mi riferisco, in particolare, all’uso dei droni per le operazioni in vigna».

Un momento utile anche per lanciare un appello affinché quella che finora è stata un’attività sperimentale possa trasformarsi in qualcosa di più strutturale attraverso una legislazione specifica per l’uso diffuso dei droni. I risultati della sperimentazione d’altra parte sono più che incoraggianti. Basti pensare che, seppure i dati raccolti non abbiano una valenza statistica e siano del tutto preliminari, i tempi puri di intervento fitosanitario con la lancia a mano sono risultati quasi cinque volte maggiori di quelli necessari per trattare un’uguale superficie con il drone, considerando che per il trattamento a mano sono necessarie due persone. «E sappiamo - ha sottolineato Baruffi - oltre al costo del personale, quanto negli ultimi tempi sia difficile trovare i lavoratori».

In particolare, l’iniziativa è nata per mettere a punto alcuni aspetti principalmente legati all’utilizzo dei droni per le irrorazioni e affrontare la problematica delle nottue, naturale prosecuzione del precedente Mogeinvite che si è concluso nel 2022. Le prove con il drone in vigneto sono state effettuate in collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Lombardia che, come ha ricordato Paolo Culatti presente ieri a Sondrio, ha ottenuto un’apposita deroga ministeriale per l’esecuzione delle prove sperimentali con prodotti fitosanitari, altrimenti vietate. L’attività si è svolta all’interno del vigneto terrazzato dell’azienda agricola La Castellina della Fondazione Fojanini di Sondrio, nella sottozona Sassella della docg Valtellina Superiore, testando una linea di difesa “biologica” e una linea di difesa “integrata” con la valutazione degli effetti dei trattamenti fitosanitari in particolare sulla peronospora.

Da una prima analisi risulta come i trattamenti effettuati sia con il drone che con la lancia a mano abbiano ridotto notevolmente l’incidenza della malattia. La distribuzione eseguita con la lancia a mano sembra aver dato un migliore risultato in termini di protezione, probabilmente per il diverso volume di irrorazione e, di conseguenza, alla migliore bagnatura della vegetazione. Il punto è che l’impiego del drone è talmente innovativo che richiederebbe, per sfruttarne appieno tutte le potenzialità, la rivisitazione completa di tutta la tecnica di applicazione dei prodotti. Senza dimenticare che il drone utilizzato era del 2019 e che le prove, con sola acqua, effettuate con un nuovo modello noleggiato hanno dato risultati migliori rispetto a una maggiore stabilità di volo, di capacità di effettuare rilievi tridimensionali della superficie trattata, e nell’avere un sistema di irrorazione più performante.

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