Dopo la pioggia e virus, ora i cervi flagellano i filari di vite

Nuovo attacco “fuori stagione” di branchi di ungulati sui terrazzamenti retici alle porte di Sondrio: tra martedì e mercoledì sono tornati a colpire e hanno divorato interi filari. Per giunta in un periodo dell’anno insolito per cervi e caprioli, che hanno preso di mira sul territorio comunale di Castione alcuni vigneti nell’area cosiddetta dei Grigioni, divorando foglie, tralci e grappoli.

Un vero e proprio incubo per diversi viticoltori della zona questi animali, che fanno la loro comparsa o all’alba e di prima mattina, oppure al calar del sole, superando anche le reti di protezione, che spesso risultano vane. Incursioni, le loro, che mettono a repentaglio il raccolto degli agricoltori, che quest’anno già sono in scacco di continue piogge e delle bizze del meteo con temperature altalenanti, agenti atmosferici che tra l’altro stanno causando problemi anche ai trattamenti utili per contrastare le infezioni che colpiscono la vite. Per esempio da peronospora, che non è l’unica riscontrata. In circolazione c’è anche l’oidio - comunemente chiamato mal bianco -, che è una malattia causata da un fungo.

Negli ultimi giorni, con l’aumento delle temperature e gli elevati tassi di umidità, infezioni da oidio sono state segnalate sui grappoli, come peraltro riferito dai tecnici della Fondazione Fojanini su queste colonne giovedì. Ma pare che ad aver favorito la ricomparsa degli ungulati siano state proprio le abbondanti precipitazioni, stando alle opinioni degli addetti ai lavori: «Di solito nel mese di giugno non si verificano danni di questo genere - spiega un viticoltore, il cui appezzamento è rimasto vittima del raid -, per il fatto che da maggio a fine settembre nei vigneti ogni 10-15 giorni vengono eseguiti trattamenti», non graditi a cervi e caprioli.

Ma cosa è successo allora? «Con ogni probabilità le piogge eccessive dilavano la parete fogliare, di cui gli ungulati sembrano essere ghiotti». A poco sono valse le reti, con cui sono stati protetti i vigneti presi di mira. Le bestie sono riuscite ad intrufolarsi. Come era peraltro successo nella stessa area e anche in altre in zona Sassella la primavera scorsa. Ad aprile, mese in cui il fenomeno, seppur sgradito ai viticoltori, accade sovente. Al di là del danno economico per ripristinare quanto è stato distrutto, i proprietari dei vigneti cui si sono state le incursioni dovranno accontentarsi per cause di forza maggiore di un raccolto “a metà”: meno uva e di conseguenza inferiore quantità di vino da mettere sul mercato con danni economici.

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