Difesa rurale: «I grandi predatori devono essere monitorati»

L’associazione risponde al comandante della polizia provinciale Piermario Pollieno

Di sicurezza e di certezze, oltre che di un monitoraggio continuo e preciso dell’orso. Di questo hanno bisogno i cittadini secondo “Difesa rurale” presieduta da Francesca Traversi di Berbenno, che interviene sul tema dei grandi predatori che sta facendo discutere da mesi.

«Come associazione restiamo allibiti e vogliamo ribadire che i cittadini necessitano di sicurezza, non di raccomandazioni» interviene Traversi in merito alle dichiarazioni pubblicate su queste colonne nei giorni scorsi di Piermario Pollieno, comandante della Polizia provinciale di Sondrio, che dopo gli avvistamenti dell’orso sulle Orobie tra Albosaggia e Caiolo, aveva consigliato «sempre di tenere un comportamento prudenziale. E di non andare in giro da soli. Meglio in due o anche tre o quattro persone, perché se l’animale avverte la presenza di più persone scappa e scompare alla vista, perché teme l’uomo, ma non abbiamo certezza del comportamento nel momento in cui si trova di fronte ad un uomo solo».

«Dire alla gente della montagna di non andare nel bosco da soli o di andare accompagnati e di essere prudenti mi sembra assolutamente una cosa fuori luogo per un organismo statale che dovrebbe assicurare l’incolumità dei cittadini, prima di tutto» la sottolineatura della presidente di “Difesa rurale”, sodalizio che è nato un paio di anni fa a sostegno della ruralità rappresentata dai paesi disseminati sul territorio, per la presenza oltre che dell’agricoltura, anche di piccoli commerci, artigianato locale, e per il turismo “lento”, non invasivo per le popolazioni, fonte di reddito e vita per le comunità locali.

«Forse non ci si rende conto che cosa rappresenta la montagna per noi - spiega Traversi -: molti ci vivono durante tutto l’anno, possiedono abitazioni e terreni e boschi in cui pascolano i loro animali e producono la propria legna». Una presa di posizione, quella di Traversi, sul valore di un ambiente tenuto dall’opera umana, che punta l’indice contro la reintroduzione di animali come orso e lupo «senza controllo, a discapito di allevatori e cittadini. Riteniamo che l’introduzione di grandi predatori e la loro protezione ledano i diritti fondamentali della nostra popolazione, quali l’uso della proprietà e la libertà di movimento - prosegue -. Si palesa fin troppo bene quale sia la tanto decantata convivenza con i predatori: non andare nei boschi equivale ad abbandonare la nostra casa, perché senza odiare i predatori che fanno il loro lavoro, sarebbe come chiedere di convivere fra una brava persona ed un pazzo omicida: cosa potrà mai accadere?».

Motivo per cui, Trasversi e “Difesa rurale” auspica «che si prendano al più presto provvedimenti, affinché grandi predatori, come il suddetto orso, vengano monitorati costantemente e prontamente allontanati dai luoghi abitati, dalle persone e dei loro animali, anche sulle montagne, e che si sappia garantire dove si trovi, affinché vengano protette le persone in transito». E conclude: «Ricordiamo che da troppo tempo subiamo l’abbandono della montagna e che la presenza del uomo ed il governo del territorio resta fondamentale per mantenere le biodiversità e prevenire le calamità naturali».

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