Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 04 Febbraio 2021
Devoti alla Sassella
da 500 anni
Messa solenne per l’anniversario della consacrazione della chiesa con i fedeli collegati in diretta televisiva e sul web . Don Bricola: «Qui hanno pregato intere generazioni, Gesù ci aiuta a far pace con i nostri peccati e poi a rialzarci»
Innumerevoli fedeli e pellegrini hanno raggiunto, lungo i secoli, la chiesa di Santa Maria alla Sassella.
Tanti erano anche il 2 febbraio di cinquecento anni fa, «di ambo i sessi», come recita l’atto notarile redatto all’epoca, per le processioni, gli inni e i cantici con cui si celebrò la consacrazione della chiesa.
Una scena che la sera di martedì, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, non si è potuta ripetere.
Niente folla di fedeli dal vivo
Pochi fedeli tra l’assemblea pochi cantori, ma molti spettatori collegati attraverso TeleSondrioNews o il canale YouTube de Il Settimanale della Diocesi hanno partecipato alla Messa solenne presieduta dall’arciprete, don Christian Bricola, guidata da don Valerio Livio e concelebrata da monsignor Valerio Modenesi, don Alessandro Di Pascale e dai salesiani don Giacinto Panfilo e don Luca Castelli.
Nel giorno in cui la Chiesa festeggiava, a quaranta giorni dal Natale, la presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, don Bricola ha aperto la sua riflessione partendo proprio da quell’episodio raccontato nel Vangelo di Luca. «Tutti i protagonisti del brano vanno al tempio», ha spiegato, facendo poi emergere cosa aveva mosso ciascuno di essi.
«Simeone - ha aggiunto - era un uomo buono che ascoltava la Parola di Dio, ma gli mancava qualcosa: la consolazione di Israele, quel segno che lascia solo Dio nel nostro cuore. Così anche Anna, che dopo aver incontrato Gesù va a parlare a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme, a gente devastata dal peccato, con la vita ingarbugliata di sbagli, che aspettava l’opportunità di una vita nuova».
erto dei paralleli con la celebrazione del cinquecentenario della chiesa della Sassella, invitando a pensare a quante persone, lungo gli anni, sono salite in quel luogo, «come la gente di Gerusalemme».
E don Bricola ha anche invitato a pensare «a quante mamme hanno acceso una candela per la salute dei loro figli, a quanti papà hanno fatto qui un segno di croce, a quanti bambini hanno fatto qui la loro prima Comunione, quanti hanno imparato qui a dire l’Ave Maria».
L’arciprete ha rimarcato che la festa per la chiesa della Sassella, che proseguirà con un anno di appuntamenti e di eventi, «non è solo per esaltare questo gioiellino architettonico e artistico, ma è un ringraziamento al Signore per cinquecento anni di grazie».
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