Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 23 Dicembre 2024
Da Sondrio alla Valmalenco, ecco la funivia del futuro
Un comitato alla base dell’idea: 16 chilometri e percorso da 45 minuti
Una funivia che colleghi Sondrio alla Valmalenco «in modo da dare profondità alla città, una montagna, per così dire, al capoluogo e, al contempo favorire l’accesso al medesimo e ai suoi servizi ai frazionisti e ai valligiani che vivono la media ed alta quota e ai turisti che la raggiungono a scopo relax o per la pratica degli sport della neve».
A dirlo sono Andrea Forni, architetto, già presidente dell’Ordine provinciale di categoria, oggi alla guida del Comitato Soval 2026, laddove Soval sta per “Sondrio e Valmalenco”, nato nel 2021 per ragionare e progettare il rilancio di Sondrio, della Valmalenco e dell’intero mandamento con i suoi 15 Comuni, e Matteo Pircher, imprenditore, di Chiesa in Valmalenco, vicepresidente di Soval.
«Il Comitato è frutto di un movimento partito dal basso, da cittadini, liberi professionisti, imprenditori, che, durante il periodo pandemico - dice Forni -, complice proprio la drammaticità del momento, hanno iniziato a pensare ad un post pandemia che vedesse Sondrio e le sue valli, la Valmalenco in primis, ma non solo, protagoniste del loro destino. In un’ottica, però, autenticamente sostenibile e di interesse sia per i residenti sia per i turisti. E qui è venuta avanti l’idea di una funivia che parta dal centro di Sondrio, nei pressi di piazza Garibaldi, faccia tappa a Mossini, non distante dal ponte sulle Cassandre, raggiunga Torre di Santa Maria, altra fermata, quindi Chiesa centro e, infine, Chiesa Vassalini, da dove, poi, parte la Snow Eagle per il Palù. Quattro fermate per 16 chilometri di percorso aereo, da compiersi in complessivi 45 minuti».
Cinque ce ne vorrebbero per raggiungere Mossini tenuto conto che la velocità massima di esercizio è pari a nove metri al secondo (32,4 chilometri orari) e la velocità media è stimata in 5,4 metri al secondo.
«Un mezzo di trasporto lento, è pacifico - dice Forni -, che vuole anche essere tale tenuto conto che non va a sostituire l’attuale trasporto su gomma, perché via fune non si potrebbero, comunque, raggiungere tutti i singoli paesi e borghi della Valmalenco, ma ad integrarlo, questo sì, in modo interessante”.
“Potrebbe essere usufruito anche dagli studenti che devono scendere ogni giorno a Sondrio, ad esempio - dice Pircher -, e che se ne potrebbero benissimo stare tranquilli in funivia, cuffiette indossate, a ripassare lezioni o ad ascoltarsi un podcast a tema, così come potrebbe facilitare la discesa in città agli anziani che trovano sempre meno servizi sanitari in valle e ai tanti che la raggiungono tutti i giorni per esami e visite in ospedale».
Un flusso di almeno 20mila persone l’anno, per le quali i promotori dell’iniziativa vorrebbero studiare un accesso gratuito in funivia con qrcode collegato all’impegnativa del medico.
«E poi c’è il flusso turistico che, in località non troppo alte in quota come quelle malenche - dicono i vertici Soval -, va ripensato in ragione del cambiamento climatico offrendo quel qualcosa in più che ora manca, e c’è anche l’esigenza di favorire il recupero a fini agricoli di un versante che, 40-50 anni fa era coltivato a vite fino a 1400 metri. Evitare lo spopolamento, anzi, riportare persone in valle, rivitalizzare i piccoli borghi e farli divenire anche poli di attrazione turistica è alla base di questa idea di collegamento via fune che, voglio precisare, non è campata per aria, anzi, è stata approfondita e validata da affermati tecnici del settore».
Il riferimento è all’ingegner Pier Giacomo Giuppani, di Sondrio, progettista e direttore d’esercizio della stragrande maggioranza degli impianti a fune della nostra provincia e non solo.
Giuppani è membro di Soval, insieme a Fabio Cometti, Giuseppe Della Rodolfa, guida alpina, Paolo Del Vò, architetto, Andrea Forni, architetto, i fratelli Antonio e Francesco Grimaldi, il primo presidente della Fondazione Rsa città di Sondrio il secondo commercialista, Marco Negrini, sindaco di Lanzada, Matteo Pircher, imprenditore, Sergio Rota, agente di commercio, Stefano Taborelli, direttore del Governo del territorio nell’Asst Sette Laghi, e Paolo Tarabini, avvocato.
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