Da Lanzada a Roma in poche ore. «Dovevo esserci, per Papa Francesco»

Giorgio Nana non ha avuto alcun dubbio e si è recato al funerale del pontefice

Lanzada

Giorgio Nana, di Lanzada, già segretario provinciale della Cgil Trasporti, oggi nello Spi Cgil e da sempre attivo nel mondo del volontariato, non ha resistito. Venerdì mattina è sceso a Milano in auto ed ha preso il treno per Roma, destinazione San Pietro.

«Alle 12.30 ero a Roma e, dopo aver sistemato le mie cose in albergo, sono andato subito a San Pietro - dice Nana tutto d’un fiato -. Ho fatto tutto d’istinto, sull’onda, perché mi sono detto che dovevo esserci, dovevo salutare il Papa, perché è stato un grande, ha ribaltato la Chiesa, che ne aveva bisogno. Doveva aprirsi e lo ha fatto con lui che è stato il Papa degli umili e degli ultimi».

Nana, che conosce gli ambienti vaticani per averli frequentati anche in passato sia nei panni del sindacalista sia in quelli del volontario, sapeva come muoversi ed ha chiamato i suoi conoscenti per capire se fosse stato possibile fare visita alla bara del Papa senza sobbarcarsi cinque ore di coda.

«Conosco parecchie persone lì, frutto di rapporti consolidatisi negli anni - dice -, per cui ho osato chiedere se fosse fattibile porgere un ultimo saluto al Papa e mi hanno subito detto di sì. Una volta in Vaticano mi hanno fatto entrare dalla Porta della preghiera, che si trova sul retro di San Pietro, e, da lì, sono arrivato nel giro di poco davanti alla bara. Mi sono potuto fermare anche cinque minuti in preghiera ed è stato un momento di raccoglimento molto intenso. Non saprei descrivere cosa ho provato. So che il Papa non l’avevo neppure riconosciuto nella bara tanto mi sembrava diverso. Probabilmente le ultime fasi della malattia lo hanno molto provato e un poco gonfiato in volto. Ma quel che contava per me era essere lì al suo cospetto, a pregare per lui».

Poi Nana ha lasciato la basilica ed è tornato in albergo, per trascorrervi, però, poche ore.

«Ho messo la sveglia alle due di notte e alle tre ero di nuovo in San Pietro - dice -. Dove faceva un freddo incredibile. Mi sono sistemato lì insieme ad alcuni giovani spagnoli che hanno cantato e ballato tutta la notte. É stato bellissimo. Poi, alle 6, hanno aperto i cancelli e dopo essere passati per i metal detector siamo entrati nella zona delle celebrazioni, in posizione avanzata per il fatto di aver bivaccato tutta la notte nei paraggi e di essere fra i primi, quindi, ad entrare. Intorno alle 10.20 ha fatto la sua comparsa la bara di Papa Francesco in piazza che, piano piano, ha cominciato a scaldarsi baciata dal sole, che, a un certo punto, è diventato cocente. Bellissima la celebrazione con l’omelia del cardinale Re da assaporare in ogni passaggio. Cardinale che è stato anche più volte, in passato, in Valmalenco. Alla fine sono rientrato in albergo a piedi, in zona Termini, alle 15, in pratica 12 ore dopo il mio arrivo in piazza San Pietro. Stanco, perché è stato faticoso, ma felice. Ne è valsa davvero la pena. Ora spero che il conclave elegga un Papa che operi nel segno della continuità con Francesco. La Chiesa ne ha bisogno».

Il preferito di Giorgio Nana, ma non solo, è il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana.

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