Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 01 Maggio 2018
«Curva più stretta con quel guard rail
Quel tratto ora è diventato pericoloso»
Lamentele dopo gli interventi sulla strada per Baruffini: «Due auto non passano più» L’assessore Pola: «Non si poteva fare altro. L’asfalto sarà rifatto finiti i lavori alle tubature»
Lamentele a Tirano sulla pericolosità che la recente posa di un guard rail ha creato sulla strada che collega la cittadina con la frazione di Baruffini. Strada che, peraltro, attende di essere asfaltata dopo i lavori fatti alla rete dell’acquedotto.
«La strada è sterrata da quando sono stati fatti i lavori all’acquedotto – spiega un residente-. Salendo verso Baruffini è stato fatto lo scavo e poi, dopo i lavori, la buca a lato strada è stata riempita di materiale in attesa della riasfaltatura. Qui non c’è mai stato un guard rail, che è comparso la settimana scorsa. Il problema sta nel fatto che quel pezzo di curva è abbastanza stretto . Ora, dato che il guard rail è stato imbullonato sul piccolo cordolo a lato della strada (anziché a sbalzo, esternamente), ruba spazio a chi scende, impedendo il passaggio di due macchine contemporaneamente».
Replica alla segnalazione l’assessore ai Lavori Pubblici, Daniele Pola. «Secam ha fatto in questi ultimi due mesi un lavoro consistente di collegamento di una vasca di accumulo di acqua alla rete cittadina – spiega -. L’intervento ha interessato un tratto di strada che porta a Baruffini. Per quanto riguarda l’asfaltatura, bisogna dire che la strada non è stata ancora pavimentata perché le operazioni sono ancora in corso nella parte più bassa»
Relativamente, invece, al guard rail, Pola spiega che proprio sulla pericolosità di quel tratto di strada sono arrivate segnalazioni da parte degli automobilisti per cui si è deciso di mettere un guard rail. «Il fatto è che oggi, quando si posa una struttura di questo tipo deve essere omologata e quella regolamentare è piuttosto ingombrante – precisa Pola -. Il guard rail deve essere posizionato sul muro di sostegno a valle, di proprietà del Comune, e non sulla vigna del privato».
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