Curva dei contagi
Male la provincia
I positivi risalgono

Numeri dal team di “Pillole di ottimismo” Gruppo nato per una corretta divulgazione scientifica

Curva complessiva dei contagi in Italia in discesa, con la metà delle regioni e 57 province su 107 con segno negativo, ma non quella di Sondrio. Valtellina e Valchiavenna non si sono ancora incamminate sulla buona strada che fa vedere, pur richiedendo il mantenimento dell’attenzione alto, una luce in fondo al tunnel, al contrario mostrano una curva tutta in salita.

A dispetto delle rivendicazioni per il passaggio dalle restrizioni più rigide della zona rossa a quelle più “leggere” della zona arancione, l’andamento degli ultimi sette giorni in provincia di Sondrio parla di un incremento deciso dei contagi: +75% secondo gli ultimi dati di sabato con una media giornaliera di nuovi positivi nella settimana di 184 che era addirittura +83% fermandosi a venerdì 20. Negli ultimi sette giorni i nuovi contagi sono stati 713 ogni 100mila abitanti. Numeri elaborati in infografici dal team multimediale di “Pillole di ottimismo”, un’associazione di esperti nata con la missione di fare corretta divulgazione scientifica sul tema covid ed anche, in futuro, su altri temi nel campo delle scienze, sulla base dei dati forniti dal ministero della Salute.

La mappa “universo” dell’incremento nelle province lombarde degli ultimi 7 giorni rispetto ai 7 giorni precedenti (non rispetto allo storico totale della provincia) è emblematica: l’unico “pianeta” in zona rossa è la provincia di Sondrio con il suo +74,9%. Le altre province che ancora mostrano un incremento sono molto più in basso nella rappresentazione e sono Bergamo con un +12,4%, Lecco con +10,2% e Mantova +3,6%. Tutte le altre sono nella parte verde, quella più rassicurante, con un segno meno davanti: Varese -0,4%, Como -5,1%, Pavia -7%, Monza Brianza -8,6%, Brescia -11%, Cremona -13%, Milano -15% e Lodi -15,8%. Fermandosi a questi dati quello di Valtellina e Valchiavenna risulterebbe unico territorio in zona rossa di una regione che invece è rientrata in quella arancione. Esattamente l’opposto delle rivendicazioni mosse dagli amministratori, che le avevano però avanzate una quindicina di giorni fa, quando ancora l’andamento epidemiologico sembrava essere sotto controllo.

D’altro canto, oltre ai numeri c’è l’esperienza quotidiana di ciascuno a raccontare dell’assedio del virus nei confronti di conoscenti, amici e parenti, casi molto più numerosi rispetto alla prima ondata della primavera quando il lockdown molto stretto impediva scambi e movimenti.

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