Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 03 Settembre 2021
Cura tumori a Sondrio
Ora “importiamo” pazienti
Ospedale Sondrio Radioterapia e Medicina nucleare, le nuove apparecchiature attirano utenti da fuori provincia
In sei mesi, dal febbraio scorso, quando è stata introdotta, ad oggi, sono già oltre 400 i valtellinesi e valchiavennaschi che si sono sottoposti a Pet, Tomografia a emissione di positroni, in Medicina nucleare, a Sondrio, mentre sono 800 gli esami eseguiti con la Moc, altra apparecchiatura di recente installazione, utile a misurare la quantità di calcio presente nelle ossa.
A dimostrazione di quanto fossero attese in provincia, e parimenti indispensabili, queste strumentazioni diagnostiche di alto livello. La Pet è fondamentale per individuare i tumori in fase precoce, così da poterli aggredire in stadio iniziale, e al pari molto utile nel valutare l’efficacia della terapia oncologica prescelta. La Moc per evidenziare un’eventuale riduzione della densità ossea e, quindi, il progredire dell’osteoporosi.
Di ieri la nota di Asst Valtellina e Alto Lario in cui si dà conto del bilancio dei primi sei mesi di attività della Medicina nucleare di Sondrio rispetto, in particolare, all’utilizzo di queste strumentazioni diagnostiche avanzate, grazie alle quali molti convalligiani hanno potuto evitare estenuanti viaggi fuori provincia e, anzi, fanno notare dall’Azienda socio sanitaria locale, «sono in progressivo aumento anche i pazienti provenienti da fuori».
Basti dire che «i pazienti in ingresso - fanno presente da Asst -, relativamente alle cure di radioterapia, sono stati 247 nel primo semestre di quest’anno, contro i 186 del 2019 (in era, quindi, pre Covid, ndr), e i 188 del 2020. Ancora, la Medicina nucleare ha fornito 1.595 prestazioni nel primo semestre del 2021, oltre 1.100 in più rispetto all’anno precedente, mentre la Radioterapia oncologica ha effettuato 4.732 prestazioni complessive, contro le 4.239 dello stesso periodo dello scorso anno, 493 in più».
E dal mese di giugno in avanti i numeri sono ulteriormente aumentati, precisano da Asst, in concomitanza con l’affievolirsi dell’emergenza Covid e la ripresa, in forma sempre più massiccia, dell’attività diagnostica ordinaria, tant’è che si ipotizza uno scarto, sull’intero anno, ancora più evidente a fine 2021. «Con le nuove apparecchiature abbiamo indubbiamente migliorato l’attrattività del nostro reparto - assicura Claudio Barbonetti, direttore facente funzioni della Medicina nucleare -, sia recuperando pazienti della nostra provincia che prima non potevamo seguire, sia utenti provenienti da fuori, che per la Pet sono più del 10% del totale, mentre per le prime visite si sale al 20%».
Tenendo presente che complessivamente ogni anno il reparto sondriese soddisfa oltre 15mila richieste, tra diagnostica e terapia, e che nei primi sei mesi dell’anno in corso ha garantito il 125% delle prestazioni fornite nel 2019, a fronte di un obiettivo del 95%.
Grazie al team
«Risultati in gran parte merito dell’impegno dei miei collaboratori - sottolinea Barbonetti -, a fronte anche di sacrifici personali, e che ci ha permesso di garantire le prestazioni anche durante la fase più critica dell’emergenza sanitaria e di soddisfare le nuove richieste in aumento».
È nei fatti, quindi, il gradimento dei pazienti rispetto alla diagnosi e alla cura garantita da questo reparto, oggi all’avanguardia, alla stregua di pochi altri presidi lombardi.
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