Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 22 Gennaio 2025
«Così ho rischiato la vita sulla pista al Palù»
«Stavamo andando in due direzioni opposte e il cambio di pendenza non giocava a mio favore, perché mi nascondeva alla vista di chi scendeva. Chi sa sciare sa che capita di trovarsi davanti l’ostacolo imprevisto e che 99 volte su 100 si riesce ad evitarlo, poi c’è quell’1% che lo colpisci. In 60 anni di sci ne ho viste di queste situazioni, anche se non sono stato coinvolto, mentre, stavolta, al Palù, lo sono stato eccome».
A dirlo è Stefano Gandini, 67 anni, di Cinisello Balsamo (Milano) commercialista e alpino, vice del Gruppo alpini della sua città, con seconda casa in Valmalenco che non perde occasione di raggiungere per una sciata al Palù. Solo che sabato scorso ha rischiato grosso. Mentre scendeva dalla pista nera “Nana” «a tratti insidiosa, ma del tutto fattibile», dice, è stato urtato alla schiena da una giovane sciatrice che procedeva speditamente e non l’ha visto se non all’ultimo momento.
«Men che meno l’ho vista io, lo assicuro - dice con una punta di ironia -, ma l’ho sentita eccome. Una botta fortissima alla schiena che mi ha sbilanciato e mi ha fatto piombare sulla neve sul lato sinistro. Di peso. Si può dire che mi sono accovacciato sul braccio sinistro, ho rotto l’omero e l’arto si è girato su se stesso. Davvero una brutta frattura e il bello è che la giovane, che si è fermata subito, era più terrorizzata di me. Sconvolta, proprio, tant’è che ho cercato di tranquillizzarla, mentre il maestro di sci che era con lei contattava i soccorsi. Non ce l’ho con la giovane, che avrà avuto fra i 16 e i 20 anni, perché, ripeto, l’incidente è avvenuto in un punto cieco della pista, però, questo sì, tengo molto a ringraziare chi mi ha soccorso. Sono stati fantastici. Dai poliziotti della Questura in servizio di soccorso piste al Palù, agli operatori di Areu 118 dell’elisoccorso di Bergamo, giunti sul target in 35 minuti perché l’elicottero di Sondrio era impegnato altrove, al personale del Pronto soccorso di Sondrio. Io un’assistenza così non pensavo mai di poterla avere per cui voglio ringraziare tutti pubblicamente. Bravissimi».
Tra l’altro si è trattato di un soccorso molto impegnativo perché avvenuto su un tratto in forte pendenza. «I sanitari mi hanno sedato in mezzo alla pista, mi hanno raddrizzato il braccio, mi hanno imbragato e, poi, da sveglio - dice Gandini -, mi hanno verricellato in barella sull’elicottero. Nella sventura, è stata un’esperienza emozionantissima che non potrò mai dimenticare. Hanno persino dovuto scavare una specie di nicchia sulla pista, in pendenza, per potermi trattare sul posto in sicurezza. Veramente una dimostrazione di efficienza e di sollecitudine mai viste. Domani, entrerò in sala operatoria a Cinisello perché il braccio va operato, ma, nonostante la sventura, sono felice per come sono stato trattato. E presto organizzerò una cena al Gruppo alpini di Cinisello dove inviterò tutti i miei salvatori». Una situazione, la sua, ben diversa da quella occorsa al 26enne polacco ricoverato in prognosi riservata in Rianimazione a Sondalo, dopo essere stato urtato sulla pista La Rocca Praimont di Valdisotto da uno sciatore. Che ha fatto perdere le proprie tracce e cui gli agenti della Questura stanno cerando di risalire. Anche se non sarà facile. C’erano più di 2mila persone in pista, martedì, sulla skiarea bormina.
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