Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 22 Novembre 2015
Coloni israeliani L’intesa diventa un caso politico
Il “Corriere della sera” lo ha chiamato “Lo strappo della Valtellina”. Venerdì la Provincia di Sondrio è finita sulla prima pagina del quotidiano milanese, che ha parlato dell’accordo che ha portato a diventare partner dei coloni israeliani.
Il “Corriere della sera” lo ha chiamato “Lo strappo della Valtellina”. Venerdì la Provincia di Sondrio è finita sulla prima pagina del quotidiano milanese, che ha parlato dell’accordo che ha portato a diventare partner dei coloni israeliani. L’articolo è firmato da Francesco Battistini, una delle penne più prestigiose di via Solferino. Sembra che la scelta sondriese non sia piaciuta.
Stavolta non si lodano le qualità di pizzoccheri e vini docg, ma si esprimono perplessità per un’intesa con i coloni, le comunità che vivono in territori contesi e in vari casi senza l’approvazione dell’Onu. Battistini rileva che i partner di questo accordo si sono invitati più volte e si sono piaciuti molto. «E alla fine, ma chi se ne importa degli accordi internazionali, dell’Onu o della Ue, il patto s’è fatto: la Valtellina si smarca e promuove “la cooperazione nello scambio culturale, commerciale, turistico, agricolo e tecnologico” coi coloni israeliani di Shomron», si è letto sull’edizione di venerdì.
“Voi le sassate, noi il Sassella?”, ironizza – ma non troppo - il giornalista ricordando che sullo strappo dei valtellinesi è cominciato il tamtam delle organizzazioni non governative filopalestinesi. Battistini ha chiesto il parere di Palazzo Muzio. «Alla luce dei fatti di Parigi - difende la scelta il presidente della Provincia, Luca Della Bitta -, questo accordo rinnovato di amicizia e confronto ha un valore simbolico e l’ho spiegato anche a Battistini, poi purtroppo si è costruito un castello enorme. Si tratta di un aiuto al difficile percorso che in quelle terre stanno facendo. Le nostre storie sono accomunate dalla stessa viticoltura eroica, perché noi e loro abbiamo saputo produrre vino di qualità su territori difficili. Poi non ci si chieda d’entrare in situazioni che vanno ben al di là della nostra piccola Provincia. Non parliamo di diplomazia internazionale, qui: siamo partiti dal vino e dal dialogo che può avere origine sulla base di quest’esperienza».
Il Corriere ha rilevato che inevitabilmente un po’ d’imbarazzo c’è, ricordando che a ogni missione ufficiale dall’Italia, nel rispetto d’una linea comune decisa dal nostro governo con americani ed europei, i diplomatici raccomandano sempre d’evitare incontri pubblici coi coloni. Gli accordi commerciali, sono ancora meno graditi. Basta una foto, infatti, a scatenare polemiche. Qualche tempo fa, il premier Matteo Renzi, in visita di Stato, si stava facendo una passeggiata per Gerusalemme quando un capo degli insediamenti provò ad avvicinarlo. La scorta trascinò via l’ammiratore.
«Ci siamo documentati prima di portare avanti questo percorso, sentendo le testimonianze di coloro che sono stati sul posto, a cominciare da un interlocutore autorevole come Fiorello Provera - aggiunge Della Bitta -. Anche Renzi sostiene che il boicottaggio non è una soluzione e non costruisce la pace. Siamo al fianco di una città dove ebrei e palestinesi frequentano la stessa università e lavorano nelle stesse aziende con gli stessi salari. Sulla base dei problemi esplosi negli ultimi giorni, questa iniziativa di dialogo ha un valore ancora maggiore».
Della Bitta chiude con una battuta. «Se questa vicenda serve per ricordare a Roma che ci siamo e le attenzioni che meritiamo e di cui necessitiamo, va benissimo».
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