Chirurgia della mano, già 80 interventi quest’anno tra Sondrio e Chiavenna

Sondrio

Ben 180 interventi di chirurgia della mano, sono stati effettuati lo scorso anno dall’Ortopedia e traumatologia di Asst Valtellina e Alto Lario, diretta da Fabio Di Giovanni, e un grosso apporto in termini di sfoltimento delle liste d’attesa è stato garantito dall’unità operativa semplice di Ortopedia di Chiavenna. É qui che dal novembre scorso è attivo un ambulatorio specifico, situato al secondo piano del presidio, che ha notevolmente ampliato le opportunità di intervento per i numerosi pazienti affetti da patologie della mano, magari non gravi, ma molto dolorose e invalidanti. Si parla di tunnel carpale, dito a scatto, cisti tendinee, e altro ancora, che vengono trattate e risolte con un intervento chirurgico a bassa intensità eseguito da un medico ortopedico in anestesia locale.

A Chiavenna, responsabile dell’unità operativa di cui si tratta è Matteo Broggi e gli operatori sono impegnati per quattro sedute al mese durante le quali trattano intorno ai 25 pazienti.

L’ospedale di Chiavenna è stato individuato dalla direzione sanitaria di Asst Valtellina e Alto Lario quale sede ideale per questo tipo di interventi in aggiunta al presidio di Sondrio dove vengono trattati i pazienti spesso anziani, con patologie più invalidanti e che richiedono un monitoraggio più approfondito.

In soli due mesi, fra gennaio e febbraio, a Sondrio e a Chiavenna sono stati effettuati quasi 80 interventi, per cui siamo già intorno alla metà di quanto fatto nel corso di tutto il 2024. E questo significa garantire una risposta pronta e di qualità ai tanti cittadini che attendono di veder risolto il loro problema.

«C’è grande richiesta per questo tipo di patologie, in particolare per il tunnel carpale, di cui soffrono sia le persone che svolgono lavori manuali, sia ad esempio chi utilizza il computer, in particolare il mouse - spiega il dottor Broggi -: il paziente, oltre a sentire dolore, fatica a muovere le dita, ed è limitato nelle attività quotidiane. L’intervento a bassa intensità non presenta rischi e consente di azzerare il dolore da subito. Per il paziente si tratta di un impegno minimo: in anestesia locale viene effettuata una piccola incisione alla base del palmo della mano per intervenire sul legamento e decomprimere il nervo. Poco dopo viene dimesso ed è previsto un solo controllo, a distanza di una settimana, per la medicazione. Per quanto riguarda la ripresa della piena funzionalità dell’arto, a incidere sono le caratteristiche del paziente: chi ha trascinato il problema per anni senza porvi rimedio avrà bisogno di tempi un po’ più lunghi».

La patologia viene diagnostica dal medico specialista e l’intervento è preceduto da un’elettromiografia, esame che permette di valutare la funzionalità di nervi e muscoli e che viene effettuato in sede di prericovero all’ospedale di Sondrio, insieme ai controlli previsti.

Dopodiché, al termine del trattamento, il beneficio è immediato, perché dolori, formicolii e perdita di sensibilità che in molti casi possono arrivare ad essere intensi, spariscono subito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA