Chiareggio, in difficoltà anche gli alberghi. Offerta ridotta

Non è un momento facile per Chiareggio, la Perla della Valmalenco, situata ai 1612 metri di Chiesa, che oltre a contare qualcosa come 500 posti auto in meno in zona Pian del Lupo, portati via dalla piena del Mallero dello scorso autunno, vede fortemente ridimensionata anche la sua ricettività.

Sì, perché ci sono due storiche attività, l’albergo Chiareggio e l’albergo Genziana, situati in centro paese ed in capo a due diversi ceppi dei Lenatti, che quest’estate offriranno meno servizi di quelli che erano soliti offrire in modo esemplare.

L’albergo Chiareggio, gestito da Livio Lenatti, cuoco modello oltre che direttore degli impianti di sci della Fab, Funivia al Bernina, aprirà il 1° giugno prossimo, ma senza quello che era il suo fiore all’occhiello, il servizio di ristorazione, mentre il Genziana, gestito da una vita da Pietro Lenatti, cuoco in estate e maestro di sci in inverno, al contrario, funziona solo come ristorante da asporto e come bar. Le 15 camere che possiede resteranno chiuse.

«Proprio in questo momento sto andando a prendere i gerani per abbellire l’albergo di Chiareggio - dice Livio Lenatti, da noi contattato ieri mattina -, perché il 1° giugno saliremo, con mia moglie Floriana Miotti, e lo apriremo, però, stavolta, abbiamo dovuto deciderci a fare a meno della cucina. Ci è dispiaciuto, perché sono sempre stato in cucina, però, purtroppo, era da tempo che meditavamo di chiudere e di garantire il pernottamento con prima colazione. Alla fine, quest’anno, ci siamo decisi. Purtroppo, non c’è il ricambio generazionale. Non vediamo un futuro per l’albergo Chiareggio così come era stato dai miei nonni nel 1946. A loro era subentrata mia mamma, Aurelia Folatti, nel 1980, proveniente dalla famiglia gerente la Marinelli-Bombardieri, poi, nel 1996, dal rifugio Gerli-Porro, sono sceso io con mia moglie».

Per quasi trent’anni, Livio Lenatti ha sfornato cibi succulenti nel suo rinomato ristorante, replicandosi, poi, d’inverno, al Campanacci del Palù, ma ora ha dato forfait. «Entrambe le nostre figlie sono laureate ed hanno intrapreso altre strade - dice Lenatti -, per cui, se non fosse stato quest’anno sarebbe stato il successivo, ma avremmo dovuto comunque cambiare registro a Chiareggio. Quindi, abbiamo deciso di chiudere la cucina e realizzare tre mini appartamenti, oltre alle camere già esistenti, così da garantire alloggio e prima colazione. Di più non potevamo fare».

Sicuramente una scelta non facile per Livio Lenatti, così come sofferta è quella che sta vivendo Pietro Lenatti, marito del sindaco Renata Petrella, titolare dello storico albergo Genziana realizzato nel 1950.

«Mio figlio, Nicolò - dice Pietro Lenatti - è stato come me, in estate, per parecchi anni ed ero tranquillo, perché sicuro che questa fosse la sua strada, invece, pochi mesi fa, mi ha comunicato che vuole cambiare. Cosa dire, sono rimasto male, però, ha 34 anni e deve decidere lui il suo destino. Il fatto è che senza il suo supporto non riesco a tenere aperto l’albergo, perché la parte amministrativa richiede grande impegno, per cui le 15 camere restano chiuse. Io, che sono sempre stato in cucina, continuerò a fare da mangiare per l’asporto e terremo aperto il bar. Ho trovato alcune persone che mi aiutano in questo. Di più non possiamo fare. Spero sempre che Nicolò ci ripensi».

Il ricambio generazionale è un grande problema per attività di famiglia come queste, stagionali, storiche, che non possono garantire un lavoro continuativo e che fanno anche fatica a trovare collaboratori. Una cosa è certa, il volto di Chiareggio, quest’estate, sarà diverso dal solito. Senza pedaggio d’accesso, con pochi parcheggi e meno servizi ricettivi.

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