Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 04 Maggio 2017
Centro d’accoglienza a Colorina: «Troppi profughi, situazioni opache»
Il senatore Crosio dal sindaco, che ha chiesto un incontro col prefetto e la riduzione del numero dei migranti.
Nuovo capitolo sul lavoro nero nel centro di accoglienza di Colorina. Il senatore della Lega Nord, Jonny Crosio, che la settimana scorsa insieme al collega deputato Nicola Molteni aveva presentato un’interrogazione sui fatti di Colorina, ha avuto un incontro con il sindaco Doriano Codega in municipio.
«Quanto avvenuto a Colorina è di evidente e assoluta gravità - afferma Crosio -, per il fatto che siano state adottate misure sanzionatorie parziali e diverse rispetto a quelle in vigore. Non è tollerabile che l’attuale sistema di accoglienza, ormai fuori controllo per i numeri e per i costi, possa porsi impunemente anche al di fuori di ogni regola».
Nell’interrogazione viene evidenziato l’alto numero di profughi, circa 70, ospitati in un comune di poco più di 1400 abitanti, lontano dal limite di 2,5 ogni mille abitanti fissato dal Ministero, un aspetto sollevato soltanto pochi mesi orsono dagli stessi cittadini di Valle, 180 in tutto, la frazione nella quale si trova Villa dei Tigli, la struttura autorizzata dalla Prefettura.
«Il numero è eccessivo - sottolinea Codega -, come amministratori pubblici non abbiamo voce in capitolo, ma veniamo informati soltanto ad arrivi completati. L’interrogazione del senatore Crosio è importante perché porta all’attenzione del Governo situazioni opache». Il sindaco Codega, che ha chiesto un incontro al prefetto, domanda più informazione e trasparenza nella gestione, oltre che una riduzione del numero dei profughi. Il caso è quello del centro di prima accoglienza di Colorina, per il quale sono scattate le sanzioni dopo che i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Sondrio avevano effettuato un’ispezione il 15 ottobre del 2016. Un caso come ha ribadito la prefettura, che «è di competenza dall’Ispettorato del Lavoro di Sondrio e non attiene ai compiti della convenzione tra la prefettura e il gestore della società, che è pienamente rispettata».
La situazione si riferisce alle irregolarità riscontrate su due lavoratori italiani che prestavano la propria opera in nero. Uno aveva la mansione di coordinatore e responsabile della struttura, l’altro di addetto alle pulizie. Era stata considerata irregolare anche la posizione di un terzo lavoratore, un italiano in possesso di un contratto di assunzione, ma con mansioni diverse da quelle svolte. Le irregolarità sono state attribuite al legale rappresentante della società Villa dei Tigli, che gestiva il centro di accoglienza. Oltre ai tre italiani, anche uno straniero era stato sorpreso a lavorare in nero. C’erano i presupposti per un provvedimento di sospensione dell’attività, che però non è stato adottato per problemi di ordine pubblico legati alla funzione di accoglienza della struttura. Sono stati però allontanati i lavoratori in nero, in attesa della regolarizzazione della loro situazione professionale.
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