Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 31 Marzo 2016
“Caso Racchetti”. Molteni sotto accusa
dalle opposizioni
I gruppi di minoranza compatti nel lanciare l’accusa: «Il sindaco non ha mosso un dito dopo le dimissioni. Abbiamo perso una persona preparata e super partes».
In consiglio comunale il sostegno al garante dei detenuti è stato unanime, ma la posizione del sindaco è stata «una stridente stonatura» rispetto all’unanimità del consiglio comunale, dopo mesi di «inerzia spiacevole» di fronte alle difficoltà segnalate da Racchetti.
Lo dicono i gruppi di opposizione, che in una nota unitaria esprimono forti critiche all’operato e all’atteggiamento del primo cittadino Alcide Molteni nella vicenda che si è conclusa, come noto, con le dimissioni che il garante dei detenuti Francesco Racchetti ha presentato martedì sera all’assemblea cittadina.
Firmato da Sondrio liberale, Forza Italia, Sondrio anch’io, Popolari retici, Lega, Rilanciamo Sondrio e Movimento 5 stelle, il documento punta il dito contro Molteni, che secondo i consiglieri di opposizione con il suo intervento ha aggiunto «un ulteriore elemento di forte disagio», scrivono, «nel totale sconcerto per la situazione venutasi a creare, peraltro segnalata da tempo dal garante alle autorità competenti, tra cui il sindaco e il presidente della competente commissione consiliare Gemma Simonini».
Tutti i consiglieri comunali intervenuti nel dibattito, sottolineano i gruppi di opposizione, hanno espresso «sostegno e apprezzamento della figura del garante», tanto che all’ordine del giorno “bipartisan” presentato ad inizio seduta si è aggiunto anche un secondo documento, preparato in aula, che chiedeva a Racchetti di ritirare le dimissioni. Invece nell’intervento di Molteni in aula «in nessun passaggio è stato ribadito il sostegno e la partecipazione solidale nei confronti del professor Racchetti», affermano i consiglieri di opposizione, con «una generica disamina dell’attività del garante» e «l’assenza di un qualsiasi ruolo di relazione tra amministrazione comunale ed istituzione carceraria».
Ma c’è di più, secondo i gruppi di minoranza, perché anche il contesto è significativo: «Per tutta la discussione il sindaco è rimasto immobile, ricordando figure mitologiche egizie – prosegue la nota -, con lo sguardo che mai ha voluto incrociare quello del garante, seduto alla sua destra. Ancor più imbarazzante l’assenza di una stretta di mano, segno di stima e di solidarietà, all’uscita dalla sala consiliare di Racchetti. Evidentemente - affermano nella nota - vecchie ruggini, probabilmente legate ad una situazione da mesi incancrenita, hanno inevitabilmente spinto un personaggio di elevato profilo morale e culturale alle dimissioni, soprattutto in considerazione del fatto che non è stata intrapresa, da parte del sindaco e della giunta, un’azione forte a tutela dell’operato importante del garante, sollecitata dagli interventi di tutto il consiglio comunale».
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