Il tempo di entrare in aula e di decidere il giorno del rinvio dell’udienza preliminare riferita al “caso Molinari”, cioè alla poderosa indagine che ha travolto la gestione dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio in capo all’ormai ex direttore Fabio Molinari.
La prima udienza preliminare, di fronte a Fabio Giorgi, giudice incaricato, si era tenuta il 13 giugno scorso, ma aveva dovuto essere rinviata per vizi di forma, cioè per il fatto che la notifica dell’atto di fissazione dell’udienza non era giunto a tutti gli imputati e i legali difensori. Ieri, invece, la seconda “chiama” è caduta nel vuoto a causa dell’agitazione in corso da parte degli avvocati che afferiscono alle Camere penali italiane, che hanno indetto un’agitazione di ben tre giorni, da ieri a domani, per protestare contro la condizione altamente degradante che sono costretti a vivere i carcerati con abnorme aumento del fenomeno suicidiario.
Morale, il giudice Giorgi, di fronte al sostituto procuratore titolare dell’indagine Giulia Alberti, e di fronte agli avvocati della difesa e delle parti civili che si sono presentati o ai loro delegati, ha subito preso “il toro per le corna” decidendo in un attimo per il rinvio a settembre. Il che andrà certamente ad allungare i tempi di un procedimento che si annuncia, comunque, lungo a prescindere. Che vede 38 imputati, oltre a Fabio Molinari, anche alcuni presidi degli istituti della nostra provincia all’epoca dei fatti quali Raimondo Antonazzo, l’unico presente alla prima udienza del 13 giugno, Maria Rita Carmenini, Maria Pia Mollura, Michele Muggeo e Bruno Spechenhauser ed una serie di dirigenti ed impiegati amministrativi, piuttosto che stagisti o professori introdotti tramite la procedura di Mad, che sta per messa a disposizione. Ben 108, poi, le parte offese, in primis, il Ministero dell’Istruzione con l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, difesi da un legale dell’Avvocatura centrale dello Stato, e, poi, ancora, fra i molteplici altri, gli istituti in cui operavano i presidi coinvolti, ovvero il “Paesi orobici” di Sondrio, il Centro provinciale istruzione adulti di Morbegno, il “Damiani 2” sempre di Morbegno, l’Alberti di Bormio e il comprensivo di Ponte in Valtellina. Sempre presenti gli avvocati difensori di Molinari stesso, Stefano Di Pasquale, che è anche presidente delle Camere penali di Sondrio, e, ancora, Antonio Sala Della Cuna, difensore di Bruno Spechenhauser, e tanti altri colleghi, fra cui, ieri, si distingueva anche Maurizio Carrara, presente in difesa di Stefano Marchetti «un giovane per il quale intendo chiedere il rito abbreviato confidando nell’assoluzione - assicura il legale - perché ha ricevuto per il tramite di Molinari non più di 500 euro nella totale inconsapevolezza che potesse trattarsi di denaro pervenuto in modo illegittimo».
Come Marchetti, ci sono tanti altri imputati minori, per così dire, per i quali i loro legali chiederanno il ricorso a riti alternativi a quello ordinario, da compiersi tutti dinanzi al gip Giorgi, per cui si prevede una fase preliminare dai tempi più che lunghi, lunghissimi. La data del 20 settembre, ad esempio, non sarà ancora risolutiva della faccenda, perché con così tanti imputati e parti offese, fioriranno le eccezioni di forma e di sostanza e le richieste di riti alternativi. Quanto al fatto che vi possa essere il rinvio a giudizio, Carrara, non ha dubbi. «Penso che sia da mettere in conto - afferma - per questo chiederò l’abbreviato per il mio assistito». «Si annuncia un processone - chiosa Sala Della Cuna - di quelli memorabili, sul quale questi rinvii iniziali non peseranno più di tanto».
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