Caso capre sfrattate, il proprietario: «Se non potrò riprenderle verranno uccise»

Tresivio

Ha dovuto rinunciare alle sue capre, dopo lo sfratto ricevuto da parte del Comune di Tresivio e il furto di uno degli animali, ha deciso di farle ospitare, spera solo temporaneamente, ad un allevatore del paese. Ma se Nicolò Genna, siciliano trapiantato da tanti anni in Valtellina, non riuscirà a breve a riprendersi le capre, il rischio più che concreto è che vengano macellate.

Della vicenda ci stiamo occupando da alcuni mesi: il Comune di Tresivio a novembre gli ha intimato di spostare le sue nove capre perché si trovano in un terreno con destinazione residenziale, dove non è possibile collocare un’unità zootecnica. A nulla sono valsi i suoi tentativi di dimostrare che non si trattava di un’unità zootecnica, ma solo di animali di compagnia, la cui presenza era apprezzata dalla maggior parte dei vicini e anche da chi portava i bambini a fare una passeggiata proprio per ammirarli.

Poi, un mese fa una delle capre è sparita. «Sono sicuro, mi è stata rubata – ci aveva detto, dopo aver passato la giornata a cercare l’animale, un esemplare bianco di razza saanen -. La sua gemella era ancora al suo posto, dentro al recinto, insieme agli altri animali. Impossibile che sia fuggita, non è mai successo. Il recinto era chiuso. Qualcuno l’ha presa, sicuramente si è trattato di un terribile dispetto legato a quanto ho denunciato qualche settimana fa. E non spero nemmeno di ritrovarla, sarà stata già macellata».

Dopo quell’episodio Genna ha deciso di lasciar andare, non senza dispiacere, le sue capre.

«Le ho date ad un allevatore, ma non può tenerle a lungo, se non potrò riprenderle verranno uccise» racconta l’uomo, alle prese in questi giorni anche con un altro problema.

«Nonostante le abbia date via – spiega – mi è arrivata da pagare una multa salatissima, oltre 1.500 euro. L’ho già saldata, pagando così un po’ meno, circa mille euro, ma è una cifra davvero elevata che mi mette in difficoltà. Oltre al danno la beffa. Ho dovuto rinunciare alle mie capre e devo pure pagare. Questo è accanimento, non credo, anzi sono certo, di non essere l’unico a Tresivio con animali di compagnia, però sono l’unico ad essere stato colpito così duramente».

Nicolò Genna si sente vittima di una persecuzione. «A poche centinaia di metri da dove si trovavano le mie capre, in terreni con la stessa destinazione, ci sono recinti con animali e nessuno dice nulla – conclude, amareggiato ma anche arrabbiato -. Spero ancora di ottenere il permesso per tenere le mie capre e poterle fare tornare a casa con me. Tutto questo non è giusto».

Della questione si sta interessando anche una volontaria animalista, che ha richiesto l’intervento di un noto avvocato del settore. L’obiettivo è quello di mettere almeno in salvo le capre, facendole magari ospitare in un cosiddetto “santuario”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA