
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 29 Ottobre 2015
Carni rosse a rischio: «Ma la bresaola
è un prodotto sicuro»
ll Consorzio di tutela scende in campo: «Clamore inaccettabile, la lavorazione avviene secondo un disciplinare molto severo e controllato».
«Basta clamore, la bresaola è un prodotto sicuro». Si fa sentire anche il Consorzio di tutela bresaola della Valtellina dopo l’allarme sul consumo di carni rosse - soprattutto lavorate - lanciato dall’istituto di ricerca sul cancro. Le carni lavorate come i würstel «sono cancerogene», e vanno inserite nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta come il fumo e il benzene. Lo afferma l’International agency for research on cancer (Iarc) dell’Oms. Sono meno a rischio quelle rosse non lavorate, da inserire fra le sostanze probabilmente cancerogene.
Ma adesso i produttori lo dicono chiaramente: basta con il sensazionalismo. «Consideriamo inaccettabile il clamore creato intorno a questa vicenda e assolutamente improprio il coinvolgimento della bresaola della Valtellina, come pure di tutti gli altri salumi italiani di qualità̀ a marchio Dop e Igp - dice il presidente Mario Della Porta - La ricerca non tiene conto delle specificità̀ italiane né a livello di quantità̀ di consumi, né́ per qualità̀ di prodotti e materie prime utilizzate. C’è̀ tanto sensazionalismo ingiustificato e dannoso per un settore importante per il made in Italy».
Nel caso dello studio Iarc-Oms, come già ribadito ampiamente da Assica, secondo il Consorzio della bresaola è necessario sottolineare che il rapporto è̀ stato eseguito su scala globale, considerando quindi contesti alimentari molto diversi da quelli della dieta mediterranea. «Tanto è vero che l’incidenza delle patologie oggetto della ricerca risultano avere in Italia un impatto nettamente inferiore rispetto agli altri paesi analizzati - precisa Della Porta -. Gli italiani consumano mediamente meno carne e salumi dei loro vicini europei e ancora meno rispetto agli americani o australiani. Inoltre per la qualità̀, per i metodi di produzione e per i controlli ha poco senso paragonare il contesto italiano a quello di altri».
Le carni trattate o lavorate sono quelle indicate come più pericolose per l’uomo, essendo state inserite dall’Oms nel gruppo 1 per rischio cancerogeno.
Le carni lavorate, spiega l’organizzazione che si occupa di sanità a livello mondiale, includono quelle che sono state trasformate attraverso processi di salatura, polimerizzazione, fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione. Ma in Italia si ribadisce che non tutti i prodotti sono uguali. Un conto sono le salsicce frutto di strani mix, con colori suggestivi, un altro le specialità tipiche del Belpaese, preparati – è il caso della bresaola dei macellai locali – con carne, sale e aromi naturali. Della Porta rileva che le bresaola viene prodotta nel rispetto di precise regole, con una notevole attenzione alla sicurezza alimentare. «Per ciò̀ che concerne in particolare la Bresaola della Valtellina Igp basta pensare che è̀ un’eccellenza della nostra tradizione che si tramanda e si consuma da secoli, prodotto secondo regole precise scandite da un disciplinare di produzione, che garantisce non solo il rispetto della lavorazione tradizionale, ma anche la sicurezza igienico-sanitaria, la tracciabilità̀ e la qualità̀ del prodotto».
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