Caiolo, abitazione inagibile: il sindaco ordina lo sgombero dello stabile

Sgombero dello stabile e divieto assoluto d’accesso al civico 24 di via Marconi, abitazione giudicata inagibile.

Lo ha disposto la recente ordinanza del sindaco di Caiolo Pietro Bianchini, a testimonianza della ferma volontà del Comune di scrivere la parola fine ad una situazione, che si protraeva da tempo (già era stata segnalata anche in consiglio comunale alla passata amministrazione del sindaco Primavera Farina) e che riguarda l’evidente stato di degrado, sia a livello strutturale che igienico, di una abitazione di proprietà di una famiglia egiziana, immobile che si trova a pochi passi dal municipio.

Numerosi sono stati cittadini, che hanno segnalato nei mesi scorsi che «dallo stabile in questione fuoriescono roditori di grosse dimensioni ed odori ammorbanti, presumibilmente a causa delle condizioni igienico sanitarie precarie all’interno dei locali del fabbricato, tali comunque da pregiudicare la salute dei cittadini» si legge testualmente nel provvedimento sottoscritto da Bianchini.

Bisogna, per inquadrare la questione, fare un passo indietro. Ritornare alla scorsa estate quando il Comune ha chiesto l’intervento dei vigili del fuoco a luglio per un sopralluogo sulla copertura del fabbricato, «per rimuovere del materiale pericolante dal tetto. In quell’occasione è stata peraltro rilevata - spiega il primo cittadino - la vetustà della copertura», soprattutto dei comignoli, delle travi e delle tegole di ardesia. Tant’è che in un periodo si è anche reso necessario transennare l’area ed impedire che i pedoni utilizzassero il marciapiede in prossimità della casa.

Dopo l’intervento dei pompieri, c’è stata una prima ordinanza ai proprietari, con la quale «entro 15 giorni si è chiesto venissero subito rimosse le parti pericolanti del tetto per la messa in sicurezza dello stabile», avvertendoli al contempo che se non avessero provveduto, sarebbe intervenuto d’ufficio il Comune addebitando le spese per gli interventi.

Come peraltro è successo: «Ad agosto abbiamo dato incarico ad un’impresa del paese – la Cm Valtellina di Lido Movigliatti -, che ha rimosso le parti ritenute pericolose per l’incolumità dei residenti».

Ulteriore passaggio quello fatto a settembre, quando l’amministrazione ha incaricato Michele Giugni di analizzare lo stato di fatto dell’immobile. Ingegnere che a sua volta ha concluso, che è la struttura di copertura è pericolante e l’immobile è da considerarsi inagibile dal punto di vista della resistenza strutturale. «Abbiamo ritenuto indispensabile operare con urgenza a salvaguardia della pubblica e privata incolumità inibendo formalmente l’utilizzo dei locali. Da ultimo, ma non meno importante, si è intervenuti in quanto è una situazione che impatta negativamente sull’ambiente e sulla salute della popolazione residente».

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