Caccia di selezione al cinghiale,
ok al regolamento provinciale di Sondrio

Modificate le modalità dei prelievi limitati alle doppiette già abilitate e con l’obbligo di comunicazione alla Polizia provinciale dei luoghi e dei tempi delle uscite. Annunciata la sua stesura all’indomani dell’approvazione dell’ordinanza della Regione Lombardia per far fronte ai rischi sanitari legati alla peste suina

Caccia di selezione al cinghiale, approvato il regolamento provinciale di Sondrio che modifica le modalità dei prelievi limitandoli però alle doppiette già abilitate e con l’obbligo di comunicazione alla Polizia provinciale dei luoghi e dei tempi delle uscite. Insomma, non un liberi tutti. Annunciata la sua stesura subito all’indomani dell’approvazione dell’ordinanza emessa della Regione Lombardia per far fronte ai rischi sanitari legati alla peste suina, il documento, frutto del confronto con i rappresentanti del mondo venatorio locale, è stato approvato giovedì dal consiglio provinciale.

Un documento che recepisce le disposizioni regionali, pur con la clausola, espressamente richiesta dalla Provincia a tutela delle risorse faunistiche locali, che la caccia al cinghiale possa essere esercitata esclusivamente da coloro che, oltre ad essere abilitati per tale specie, siano anche iscritti nei Comprensori alpini di caccia (Cac) alla specializzazione ungulati.

Come previsto dall’ordinanza regionale, le regole adottate sul territorio valtellinese prevedono che la caccia di selezione al cinghiale sia estesa a 5 giorni alla settimana, ad esclusione del martedì e del venerdì, che non vi sia alcuna limitazione di orario diurno o notturno – nelle ore notturne, esclusivamente avvalendosi di adeguati dispositivi in assenza di fonti di luce - e per l’intero anno solare, compresi i periodi di svolgimento di altre forme di prelievo venatorio e con libero accesso a tutti i settori del comprensorio alpino in cui si è iscritti e quello garantito e coordinato dai Comprensori alpini di caccia a tutti i punti fissi sopraelevati di sparo, per consentirne la massima operatività giornaliera, previa comunicazione ai competenti organi di Polizia provinciale.

Non solo. Ogni cacciatore dovrà comunicare al Comprensorio alpino le uscite della settimana successiva, segnalando se diurna o notturna ed indicando il settore e la zona di caccia con il maggior grado di precisione possibile. L’elenco viene poi trasmesso dal Comprensorio alpino alla Polizia provinciale. Nel caso la caccia al cinghiale avvenga in settori diversi da quelli al quale si è iscritti per gli altri ungulati, il regolamento vieta di avere appresso o a bordo del veicolo in uso, capi abbattuti di cervo, capriolo e camoscio, seppure correttamente abbattuti nel proprio settore e registrati. La Provincia predispone, per ogni Comprensorio, dei piani relativi alle soglie minime di prelievo.

Giova ricordare che sul territorio valtellinese da sempre l’amministrazione provinciale ha cercato di contrastare e contenere la presenza dei cinghiali - specie non endemica comparsa all’inizio degli anni 2000 - attraverso una mirata attività di controllo effettuata dalla Polizia provinciale con l’ausilio di cacciatori formati e abilitati. Nel corso degli anni, sono stati così organizzati e promossi diversi corsi per l’abilitazione di queste figure. Oggi si contano oltre 600 operatori qualificati. Nel solo 2023 sono stati abbattuti oltre 600 capi con la conseguente limitazione dei danni agricoli e ambientali.

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