Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 09 Luglio 2021
Bracchi attende la conclusione indagini
E prima condanna per gli alloggi vacanza
ValdisottoL’imprenditore è finito al centro di un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta
Ci si avvicina alla conclusione dell’indagine che a ottobre dell’anno scorso ha portato all’arresto di Enrico Davide “Chicco” Bracchi, 57 anni, con impresa edile, omonima, a Cepina di Valdisotto, finito nelle maglie della Guardia di finanza per corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa ai danno dello Stato, reati tributari (“dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e “occultamento o distruzione delle scritture contabili”) e autoriciclaggio delle somme indebitamente percepite.
L’imprenditore, attualmente libero a tutti gli effetti dopo un primo periodo nel carcere di Sondrio e poi agli arresti domiciliari, non ha ancora ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, ma non dovrebbe volerci ancora molto. Con lui altri quattro indagati, ma ad ottobre fu il solo a finire in manette; furono eseguite perquisizioni e sequestri di beni per oltre 31 milioni di euro nei confronti di Bracchi, di cinque società immobiliari a lui riconducibili e dei quattro coindagati.
Intanto è emersa solo negli ultimi giorni la chiusura, almeno in primo grado, di un processo per concorso in dichiarazione fraudolenta mediante occultamento o distruzione di documenti contabili che vedeva alla sbarra proprio Bracchi insieme alla moglie Nadia Urbani, 50 anni, residente a Cepina, e al notaio sondriese Franco Cederna, 63enne, tutti condannati a un anno e un mese di reclusione con la sospensione condizionale della pena.
Udienza a fine anno
Al centro del procedimento penale (di cui, come detto, non è stato possibile prima avere notizia perchè l’udienza si è svolta a porte chiuse a fine anno a causa dell’emergenza sanitaria, che ancora crea notevoli difficoltà ai giornalisti nell’accedere alle sentenze) l’attività di compravendita degli immobili, fra cui diversi alloggi-vacanza per turisti a Bormio, gestiti dalla Incol.Srl, società di cui Nadia Urbani era legale rappresentante, Bracchi e Cederna amministratori di fatto.
Al termine delle indagini della Guardia di finanza i tre sono stati accusati di dichiarazioni non fedeli negli anni d’imposta 2010 e 2011, grazie alle quali avrebbero evaso Ires (Imposta redditi società) e Iva per cifre che sfiorano il milione di euro.
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