Bps, il board difende la territorialità: «L’offerta Bper non rende giustizia al valore reale della banca e al suo potenziale»

Sondrio

Offerta pubblica di scambio di Bper su Banca popolare di Sondrio: il consiglio di amministrazione dell’istituto valtellinese si espone, evidenziando le criticità dell’operazione e difendendo il proprio operato e la propria autonomia. Nei fatti, l’operazione lanciata da Bper viene respinta dal board. La presa di posizione è giunta al termine di una riunione nella giornata odierna, quando il cda della Popolare di Sondrio si è riunito per valutare le attività in relazione all’offerta pubblica di scambio volontaria lanciata giovedì sera dall’istituto di credito emiliano.

L’offerta propone un rapporto di scambio di 1,450 azioni ordinarie di Bper di nuova emissione per ogni azione di Bps, con un premio del 6,6% rispetto ai valori di mercato del 5 febbraio, ma con uno sconto implicito del 4% alla data del 10 febbraio.

La netta posizione del consiglio di amministrazione, presieduto dall’avvocato Francesco Venosta, è stata diffusa in una nota alla stampa. Secondo il cda della Popolare, l’offerta non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata con la banca. Il board sottolinea inoltre come l’operazione sia stata annunciata in concomitanza con la diffusione dei risultati preliminari 2024, senza lasciare il tempo al mercato di apprezzarne pienamente la solidità finanziaria.

L’offerta punta alla fusione di Bps in Bper, mettendo a rischio l’autonomia della banca e il suo ruolo di riferimento per imprese e istituzioni locali. Il consiglio invita quindi gli azionisti a valutare attentamente i rischi e le incertezze legati a questa integrazione, confrontandoli con la crescita sostenibile di Bps come entità indipendente, che sarà illustrata nel nuovo Piano industriale 2025-2027.

In merito alle conseguenze dell’offerta, il cda della Popolare di Sondrio ha espresso preoccupazioni per il possibile impatto sul personale e sulla rete commerciale della banca.

La fusione potrebbe portare a una riduzione del personale e a una revisione delle strutture operative, mettendo a rischio l’approccio territoriale che ha sempre caratterizzato l’istituto valtellinese.

Relativamente all’obiettivo di Bper di realizzare la fusione fra i due istituti nel minor tempo possibile, l’istituto emiliano si è riservato di procedere all’operazione di scambio anche nel caso in cui le adesioni all’Ops non superino la soglia del 50% del capitale sociale più una azione della Bps e sempre che non risultino inferiori alla soglia del 35% più una azione. Un valore, quest’ultimo, secondo il cda della Popolare difficilmente compatibile con l’obiettivo che Bper si è prefissata e non senza potenziali rischi di esecuzione del processo di integrazione e, in tale scenario, sulla capacità di estrarre sinergie in tempi rapidi.

Inoltre, le sinergie stimate da Bper - pari a circa 190 milioni di euro in riduzione dei costi e 100 milioni di euro in crescita dei ricavi - potrebbero non riflettersi in un vantaggio concreto per gli azionisti della Popolare, data l’assenza di una valutazione dettagliata nel corrispettivo dell’offerta.

Secondo il cda, Bps ha dimostrato negli ultimi anni una crescita costante e una solidità patrimoniale significativa. L’offerta di Bper - si evidenzia nella nota sottoscritta da tutti i consiglieri con l’astensione di Roberto Gray - non riflette quindi adeguatamente il valore reale della banca e il suo potenziale di sviluppo futuro come istituto indipendente.

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