Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 17 Gennaio 2018
Bordoni al gip: «Non sono lucido»
L’incidente probatorio: ieri mattina in aula il valtellinese ha chiesto di essere riassegnato al carcere di Sondrio. Il giudice Camnasio ha incaricato l’autorità carceraria di dare un parere - La Procura si è opposta fermamente.
L’udienza è iniziata puntuale ieri alle 9,30. E puntuale, come anticipato dall’avvocato Francesco Romualdi, il suo cliente ha chiesto di poter parlare. E il giudice Carlo Camnasio lo ha ascoltato. «Non sono lucido. Mi riempiono di farmaci. Non riesco a pensare. Voglio tornare a Sondrio, poter vedere i miei familiari, farmi seguire dal mio medico Claudio Marcassoli».
Così Michele Bordoni, il 27enne che il 9 dicembre scorso piombò con la sua auto sui mercatini di Natale di piazza Garibaldi a Sondrio, ferendo tre persone e seminando il panico. Il giovane uomo di Poggiridenti ha anche raccontato queste settimane nel carcere di Monza, dove è ospite di un reparto psichiatrico. Ha cambiato due celle, ogni volta è stato bersaglio di violenze. «Volevo fare un po’ di pulizia, i miei compagni me lo hanno impedito. Non mi trovo bene, mi faccia tornare», ha detto.
E così, durante l’udienza convocata per conferire l’incarico al dottor Mario Lanfranconi, che dovrà valutare la capacità di intendere e volere del giovane valtellinese - 27 anni, una casa a Poggiridenti -, l’accento si è spostato dalla perizia psichiatrica alla detenzione del giovane uomo, che a Sondrio aveva iniziato un percorso per tornare a essere presente a se stesso. Di certo non lo era quando a bordo della sua Toyota Yaris si sentiva come un templare a cavallo.
Una richiesta reiterata più volte dal suo avvocato nelle scorse settimane, di fronte alla quale la Procura - in aula ieri c’erano il pm Stefano Latorre e la collega Luisa Russo - si è sempre mostrata irremovibile. Come a dire: se si invoca l’infermità, è un reparto psichiatrico il luogo in cui Bordoni deve stare, e Sondrio non è attrezzato per trattare soggetti di questo tipo.
Più o meno tutti ieri in aula si sono però accorti che il giovane non sta bene, tanto che lo stesso perito ha chiesto di poter accedere alla cartella clinica in carcere per avere un quadro dei farmaci che sta assumendo e che potrebbero interferire con la perizia che dovrà stilare.
Il medico avrà due mesi di tempo prima della prossima udienza, fissata il 15 maggio. Intanto, anche l’amministrazione penitenziaria è stata investita della questione e dovrà quindi dire se la struttura di via Caimi è idonea a ospitare Bordoni e, se lo fosse, la Procura ha chiesto di essere avvisata di un suo eventuale ritorno a Sondrio.
Ieri hanno assistito all’incidente probatorio anche gli avvocati Corrado Pini e Renzo Pinos, chiamati a rappresentare due delle parti offese. Presto per parlare di danni e di risarcimenti. Per ora bisogna ancora stabilire se l’imputato può essere processato.
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