Bitto e agone? Per l’assessore Sertori il matrimonio «s’ha da fare»

«Sono sempre stato favorevole, anche da presidente della Provincia di Sondrio, ad accorciare le distanze, perché c’è una necessità di un collegamento sempre più forte tra la bassa Valtellina e il lago, due brand conosciuti nel mondo e complementari». Massimo Sertori assessore regionale alla montagna vede di buon occhio il matrimonio Colico- Valtellina che giudica positivo vicendevolmente «perché le due parti si possono aiutare: c’è il lago preso d’assalto anche adesso dai turisti, ma parlando con molti operatori spesso e volentieri i turisti da lì fanno un passaggio in Valtellina, i prodotti della Valtellina sono apprezzati e forse la gente di Colico si sente più valtellinese- non dimentichiamo – prosegue Sertori - il collegamento storico tra la Valchiavenna e Colico oppure il Sentiero Valtellina che a Colico arriva . Insomma , sono due comunità sempre da sempre state molto vicine».

Affinità che secondo l’assessore regionale destinata a crescere anche strategicamente. «Rispetto alle prospettive future turistiche i due luoghi possono davvero completarsi, da una parte la montagna dall’altra in lago si perfezionano al di là dei confini amministrativi». A proposito di di limiti amministrativi Sertori fa presente che «per modificare i confini esiste una procedura che non è banale, ma è affrontabile, c’è la richiesta dei Comuni, ci può essere la possibilità di un referendum ,si deve esprime il consiglio regionale poi si va al nazionale, però è già avvenuto altrove. Esistono già adesso delle sinergie tra Valtellina e Colico e caratterizzarle con i cambiamenti amministrativi agevolerebbe questo legame, inserendoli nelle medesime strategie, spendendo montagna e lago reciprocamente».

La vede allo stesso modo il presidente della Comunità montana di Morbegno Maurizio Papini. «Si rimette sul tavolo una discussione non nuova, ma che non va sottovalutata. Il brand lago di Como è sicuramente molto conosciuto e anche quello della Valtellina con la Bassa Valle che è un po’ la sua stampella sotto il profilo turistico, quindi il nostro mandamento trarrebbe vantaggi da questa annessione. Inoltre credo che la politica si debba adeguare alla volontà popolare». Per l’ex parlamentare Jonny Crosio (Fratelli d’Italia), consigliere di minoranza a Dubino, Comune che insieme a Piantedo si trova a due passi dal lago, «è piuttosto fisiologico in Bassa Valle essere legati con l’Alto Lario, niente di nuovo dal punto di vista culturale. Anche anche noi nel nostro piccolo programma elettorale avevamo inserito quanto fosse imprescindibile, sotto l’aspetto turistico, il valore aggiunto dato dalla vicinanza del lago per motivi ambientali , sportivi e via dicendo, per renderci più appetibili. Ma la necessità di fare diventare formalmente Colico il 78esimo Comune della provincia di Sondrio mi sembra forzato, considerando che i costi per la modifica amministrativa non sarebbero indifferenti. Forse sarebbe sufficiente una regia più solida di Regione Lombardia ad esempio sul turismo della Bassa Valle».

Per Emanuele Nonini sindaco di Dublino, ex presidente della Comunità montana, ma anche dipendente del Comune di Colico (in aspettativa) le nozze Colico- Valtellina «possono funzionare, Colico è una bella cittadina, ricca da tutti i punti di vista culturale, sociale, un valore aggiunto. Anche se agone e Bitto possono stare insieme anche in case differenti. Un’annessione lascia il tempo che trova. Ma quante volte, soprattutto negli ultimi anni, nel Morbegnese, nel consorzio turistico ci diciamo che avremmo la necessità di legarci e di costruire quest’affaccio sul lago tramite Colico , ma anche Sorico, Gera, l’Alto Lario, che sono a due passi da noi?. Però che Colico diventi valtellinese mi sembra una cosa buttata lì per solleticare l’autunno, stagione da sempre un po’ sottotono».

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