Bertolaso a Sondrio: “Le Olimpiadi un’occasione unica per programmare il futuro della Valtellina”

E sui cambi ai vertici di Asst e Ats l’assessore regionale al Welfare dice: “Mi assumo in toto la responsabilità delle scelte che sono state fatte nell’esclusivo interesse della sanità regionale e della collettività”

«Sindaci, portatori di interessi e cittadini non devono preoccuparsi per i cambi al vertice della sanità apportati in questi giorni dalla Giunta regionale che si è espressa su mia proposta e all’unanimità. Mi assumo in toto la responsabilità delle scelte che sono state fatte nell’esclusivo interesse della sanità regionale e della collettività. E che sono da considerarsi del tutto fisiologiche dentro una realtà così complessa come quella del welfare lombardo fatto di 110mila dipendenti e di un budget di 23 miliardi di euro l’anno».

A dirlo è Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, giunto giovedì a Sondrio insieme a Mario Melazzini, direttore generale Welfare, per incontrare gli stakeholders del territorio cui afferisce l’Ats della Montagna e, quindi i sindaci e gli operatori del sociale e del socio assistenziale di Valtellina, Valchiavenna, Alto Lario e Valcamonica.

L’incontro si è svolto nel primo pomeriggio nella sala “Arturo Succetti” di Confartigianato imprese Sondrio, gremita in ordine e grado, perché vi hanno partecipato parecchi sindaci dei Comuni grandi e piccoli, e, al fianco dei vertici regionali c’erano proprio loro, i protagonisti di questi cambiamenti.

A partire da Monica Anna Fumagalli, direttore generale dell’Ats della Montagna con il suo staff, Davide Mozzanica, direttore amministrativo, in primis, quindi, Ida Maria Ada Ramponi, nuovo direttore di Asst Valtellina e Alto Lario, con il neo direttore amministrativo Domenico Versace, appena giunto a Sondrio da Mantova, Anna con Maria Maestroni, ritornata alla direzione sanitaria, e Roberta Trapletti, alla direzione socio sanitaria, mentre per Asst Valcamonica era presente il direttore generale Corrado Scolari con il suo staff. E, con loro c’era Alberto Zoli, direttore generale dell’Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda e direttore sanitario per le Olimpiadi designato da Regione Lombardia.

«Non c’è nulla da temere - ha rincarato Bertolaso -, perché il nostro sarà un lavoro di squadra. All’opera in Asst Valtellina e Alto Lario e in Ats della Montagna ci sono due donne in gamba, capaci, competenti, che, insieme al direttore generale Welfare Mario Melazzini sono impegnate ad organizzare al meglio la realtà sanitaria e socio sanitaria provinciale. E lo stesso dicasi per la Valcamonica con Corrado Scolari. I cambi effettuati al vertice sono venuti a cascata, dopo aver individuato in Vincenzo Petronella, ex direttore generale dell’Ats, la persona giusta per la guida di una realtà come il Policlinico San Matteo di Pavia. Ma non incide affatto sulle risposte di salute date e che daremo ai cittadini e sull’organizzazione del lavoro in atto in questa fase pre olimpica, durante le Olimpiadi e, soprattutto, dopo le Olimpiadi, perché stiamo lavorando anche in un’ottica post olimpica e questo voglio che sia da subito chiaro. Le Olimpiadi ci permettono di fare delle scelte che resteranno sul territorio a beneficio dei residenti e dei turisti. Questo è ciò che orienta il nostro lavoro che è oggi, subito, qui, perché il prossimo ottobre dovremo già essere pronti. Il Comitato olimpico internazionale farà visita alle nostre strutture per sincerarsi dello stato dell’arte e noi dovremo essere già pronti».

Guido Bertolaso tiene a sottolineare, tuttavia, che già ora l’offerta sanitaria è all’altezza dei giochi olimpici «basta ricordare la risposta che abbiamo dato pochi giorni fa, come sistema sanitario regionale e locale, in sede di gare di Coppa del mondo di Bormio - dice - quando si è trattato di affrontare due situazioni emergenziali molto delicate. Lo abbiamo fatto bene e abbiamo ricevuto anche i complimenti della federazione internazionale dello sci, per cui direi che siamo assolutamente sulla strada giusta».

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