
Sondrio
Fenomeni di dissesto idrogeologico sempre più frequenti, anche a causa dei cambiamenti climatici in atto, necessità di prevedere politiche che siano le più efficaci possibili, Provincia di Sondrio e Regione Lombardia scelgono la via della prevenzione.
Mira ad individuare in anticipo gli scenari di pericolosità e quindi ad intervenire tempestivamente e in modo puntuale il progetto di monitoraggio dei bacini di alta montagna messo a punto dall’Ufficio territoriale regionale di Sondrio (Utr) e finanziato con 367mila euro di risorse dell’Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst). Una risposta alle problematiche del territorio montano emerse dopo gli ultimi eventi conseguenti alle precipitazioni intense che si verificano nei bacini di alta quota dove, a causa delle alte temperature, non nevica più. Un’iniziativa pilota da poter “esportare” anche in altri ambiti.
«Un progetto molto interessante condiviso dal tavolo dell’Aqst nella programmazione 2024 e rivolto alla sicurezza dei cittadini – sottolinea Davide Menegiola, presidente della Provincia di Sondrio – perché prevenire e non subire è il suo valore aggiunto. Si tratta di una novità straordinaria, ancora più significativa per un territorio come il nostro, che, come tutti sanno, ha vissuto e ancora vive, da questo punto di vista, una notevole fragilità. Vorrei sottolineare l’efficacia di questa azione congiunta, che ha visto Regione Lombardia, Provincia e Ufficio territoriale regionale di Sondrio lavorare insieme. Quando gli enti collaborano, e lo fanno condividendo obiettivi e modalità, gli effetti non possono che essere positivi per le nostre comunità. Ci attiveremo, inoltre, per condividere questa iniziativa, magari nell’ambito dei progetti Interreg, con gli amici svizzeri con i quali stiamo costruendo rapporti molto proficui in diversi ambiti».
L’iniziativa come sottolinea il dirigente dell’Utr di Sondrio Paolo Diana, va oltre i soli compiti di difesa del suolo di cui l’Ufficio si occupa. «È un passo avanti che vogliamo proporre in modo sperimentale – dice -. Il contesto entro cui si colloca è quello della legge regionale del 2007 che prevede che i proventi del demanio idrico siano interamente riversati dalla Regione alla Provincia, vera forma di federalismo fiscale». Un progetto che al di là del valore economico - «se c’è bisogno di ampliarlo troveremo altre risorse» dice l’assessore regionale agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori – è emblematico. «Un’iniziativa significativa e strategica per vari motivi – la definisce Sertori -. Credo che, per la provincia di Sondrio, territorio interamente montano nel quale la risorsa idrica gioca un ruolo determinante, disporre di un monitoraggio della situazione sia fondamentale, soprattutto considerando i cambiamenti climatici che, nel corso degli anni, stanno modificando la situazione. Questo progetto va oltre la prevenzione dei dissesti idrogeologici e si concentra su un monitoraggio importante in alta montagna, che consente di avere una visione chiara delle dinamiche e di intervenire con politiche efficaci, necessariamente diverse da quelle adottate in passato. Inoltre, i dati raccolti saranno preziosi per molte attività correlate, contribuendo all’efficientamento della gestione della risorsa idrica. La provincia di Sondrio, un territorio molto bello ma anche fragile, rappresenta così un’importante “palestra” per la formazione di tecnici specializzati nel settore ingegneristico per le opere relative alla gestione e alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Queste professionalità sono preziose non solo per la Lombardia, ma per tutto il Paese. Ritengo rappresenti una best practice applicabile anche ad altri territori. Come la Svizzera».
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