Baccini e la polemica sul sessismo. Nata a Sondrio, ha fatto il giro d’Italia

Il caso Il cantautore genovese, ospite della “Notte dei poeti” accusato di sessismo per i versi di una canzone. Una spettatrice lo ha apostrofato. Lui ha risposto sui social e il dibattito si è allargato a livello nazionale

Francesco Baccini sale sul palco. Il cantautore gegenovese è lo special guest, che a breve riceverà una targa per la sua scrittura fuori dagli schemi e per essere uno strenuo difensore della libertà. Si siede al pianoforte e canta, tra tanti, uno dei suoi brani più famosi, “Le donne di Modena”. Ma dalla platea si leva una voce femminile che gli urla «sessista».

La contestazione è mossa da una ventenne, pare offesa in particolare dalla strofa che recita «fanno da mangiare, sanno cucinare, odiano stirare e san far l’amore»: la polemica esplode e, a distanza di qualche giorno, anziché smorzarsi si allarga a tutta Italia.

Era stato lo stesso Baccini a segnalare l’accaduto sui social. E, in risposta, a replicare: «Se “Le donne di Modena” ha un testo sessista saremo costretti a cancellare De André, Jannacci, Dalla, Vecchioni, Vasco Rossi». Un discorso complesso.

Partito da qui

Fatto sta che tutto è partito da Sondrio. Sabato scorso, alla “Notte dei poeti” al Teatro Sociale, durante l’edizione numero nove del premio internazionale di poesia “Giovanni Bertacchi”, ideato da Massimiliano Greco e Antonio Muraca di Progetto Alfa.

Premio che è come fosse stato travolto da un tornado. «Siamo molto conosciuti e seguiti dalle cronache internazionali, molto meno da quelle nazionali, tranne che in questa occasione» osserva Massimiliano Greco, che non entra nel merito di Baccini: «Non ha bisogno di essere difeso. Tra l’altro lo abbiamo premiato proprio per la sua scrittura che inneggia alla libertà».

Greco, tuttavia, ritiene che reazioni del genere possano accadere. Con una premessa: «Il premio Bertacchi esiste da nove anni, è tradotto in 16 lingue e ogni anno tocca più di 20 Stati nel mondo e ogni provincia d’Italia. Si sta parlando di un premio internazionale di poesia, che ha un’espansione trasversale a livello mondiale». Un premio di rilevanza, che nasce in un territorio piccolo come quello valtellinese, «con tre finali: la prima è quella che si è svolta al Teatro Sociale, poi quella internazionale che si terrà in Slovenia e la terza sarà il 2 novembre in Campidoglio a Roma».

Poi viene al dunque: «Il nostro obiettivo, come associazione Progetto Alfa - è formata da un gruppo di giovani - è sempre stato quello di suscitare la riflessione e di far parlare di temi legati alla cultura e alla società». Ciò detto, da un certo punto di vista, ci sta anche che accadono cose come quelle di sabato: «Suscitando le corde delle persone, ci sta che si levi anche la contestazione o fenomeni di questo tipo, che non sono contenibili».

Libertà di espressione

In tal senso può giudicarsi raggiunto l’obiettivo di Progetto Alfa: «Vuol dire che abbiamo creato un humus tale per cui chiunque può esprimersi. Ognuno può dire quello che vuole, magari sbagliando o senza incontrare il punto di vista comune».

Anche perché, chi conosce bene la canzone di Baccini, sa che non è contro le donne - «è un testo che mette alla berlina il gallismo italiano» -, come peraltro ha spiegato direttamente alla giovane donna la sera stessa sul palco il cantautore. «Io però voglio assolutamente difendere il nostro operato - conclude Greco -: tutta questa cronaca, ahimè, sta oscurando il lavoro di un anno di impegno per poter continuare ad avere sul nostro territorio un premio di questa importanza».

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