Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 05 Novembre 2017
Aviaria, resta la zona di protezione
La gallina acquistata a Tirano
Il caso di Piateda per ora è isolato, ma permangono le misure adottate
L’Istituto zooprofilattico: «Dobbiamo dire grazie a quell’allevatore: ha evitato contagi»
Restano in vigore almeno sino a metà mese le zone di protezione (21 giorni) e di sorveglianza (30) istituite il 16 ottobre scorso, giorno in cui l’Istituto zooprofilattico di Sondrio ha individuato un caso di influenza aviaria, una malattia altamente virale e molto violenta, temutissima dagli allevamenti intensivi, che a quanto pare ha causato la morte di una gallina a Piateda, morte che per ora sembra essere rimasto un caso isolato.
Il volatile era stato acquistato alla fiera di Tirano (quindi il 25 settembre) da un venditore bergamasco che è risultato essere in regola con tutti i permessi sanitari e sottoposto più volte ad accertamenti veterinari.
Proprio all’inizio del mese di ottobre - quindi pochi giorni dopo la Fiera di San Michele -, sull’altro versante delle Orobie era stato individuato un altro focolaio del virus killer - a Grone, per la precisione - che ha colpito un allevamento amatoriale di galline ovaiole. I titolari - tra l’altro - avevano acquistato le galline da un ambulante il 30 settembre e non è da escludere quindi che si tratti dello stesso fornitore.
La prima regola in questi casi è quella di evitare il contatto dei polli con gli uccelli - passeri in particolare - che potrebbero “contaminare” i pollai attraverso le mangiatoie. A chi invece commercializza le galline è fatto divieto assoluto movimentarle: non si possono trasportare polli, nè addirittura uova destinate alla cova, nè tantomeno pulcini di un giorno.
Questo significa che sino alla fine della “quarantena” non sarà nemmeno possibile acquistare galline ovaiole, ragione per cui nei Consorzi agrari e negli allevamenti commerciali, in questi giorni si possono solo fare prenotazioni, ma niente acquisti.
«Senza la denuncia dell’agricoltore oggi saremmo in presenza di un focolaio senza però esserne a conoscenza - tiene a dire Irene Bertoletti, dirigente responsabile della sezione sondriese dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna - e quindi a quell’uomo va un plauso perché grazie alla sua scrupolosità abbiamo evitato che venissero messi a rischio gli allevamenti intensivi che ci sono in Valle».
La zona di protezione in Valtellina riguarda i Comuni di Castello dell’Acqua, Chiuro, Faedo Valtellino, Piateda, Poggiridenti, Ponte in Valtellina e Tresivio. Quella di sorveglianza, invece, Albosaggia, Montagna in Valtellina, Sondrio, Spriana e, limitatamente ai territori ricadenti nel raggio di 10 chilometri dal focolaio dei Comuni di Caiolo, Castione Andevenno, Teglio, Torre di Santa Maria.
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