Assolto in appello dall’accusa di violenza sessuale. «È la fine di un incubo durato tre anni»

Un’accusa infamante, quella di violenza sessuale, consumata tra l’altro poco dopo il battesimo di suo figlio, contro il muro della chiesa dove era stato celebrato. Ma l’imputato, Agostino Gusmeroli, 31enne di Colorina, si è sempre dichiarato innocente e martedì ha vinto la sua battaglia in appello.

Un’accusa infamante, quella di violenza sessuale, consumata tra l’altro poco dopo il battesimo di suo figlio, contro il muro della chiesa dove era stato celebrato. Ma l’imputato, Agostino Gusmeroli, 31enne di Colorina, si è sempre dichiarato innocente e martedì ha vinto la sua battaglia in appello. Se, infatti, nell’ottobre del 2022 era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione, la Corte d’Appello di Milano lo ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”.

I fatti risalgono al mese di luglio del 2021. La presunta vittima era una donna con cui il 31enne in passato aveva avuto una relazione. Secondo l’accusa, mentre entrambi si trovavano per le vie del paese lui avrebbe tentato con la forza di baciarla e lei per fuggire al suo aggressore si sarebbe rifugiata sotto il porticato della chiesa dove la mattina c’era stato il battesimo. La violenza si sarebbe consumata lì, contro il muro della chiesa a pochi passi dalla strada.

Il giovane valtellinese si è sempre dichiarato innocente, negando di avere mai commesso i fatti di reato contestati. Per tale ragione tramite il proprio difensore, l’avvocato Gianfranco Conforti (associato per il giudizio di appello al professor Paolo Veneziani), aveva proposto appello contro la sentenza di condanna.

Il giudizio di appello si è celebrato martedì e al termine, accogliendo la tesi difensiva che negava la commissione di una qualsiasi atto di violenza sessuale, la sezione prima della Corte d’appello penale di Milano, ha annullato la sentenza del Tribunale di Sondrio, assolvendo l’imputato dal reato contestato.

«Per il mio assistito è la fine di un incubo durato tre anni - commenta l’avvocato Conforti -. Occorrerà naturalmente attendere il deposito delle motivazioni per esprimere un più compiuto giudizio sula decisione della Corte, ma la formula assolutoria adottata (“perché il fatto non sussiste”), depone per l’oggettiva inesistenza di un qualsiasi fatto penalmente rilevante, così come sempre sostenuto da Gusmeroli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA