Assalto al bancomat, spunta una pista per l’esplosione. Imprenditore denuncia: «Usata forse la batteria della mia auto»

Nell’indagine sull’assalto al bancomat spunta un nuovo particolare. La notte del “colpo” in località Porto, in territorio comunale di Albosaggia, è stata gravemente vandalizzata un’auto Renault Kangoo che era parcheggiata alle spalle dello sportello. Il proprietario, la mattina della domenica, l’ha trovata con i finestrini del lato guida completamente distrutti, i vetri in frantumi sparsi all’interno sul sedile e sul tappetino. E qui anche la batteria, rimossa dal vano motore.

“Ne sono quasi certo al cento per cento - racconta Angelo Gotti, il titolare dell’omonima impresa artigiana di impianti idraulici che l’aveva parcheggiata nel piccolo spazio di fronte all’ingresso della sua ditta -. Sono stati i malviventi che hanno fatto saltare il bancomat per rubare i soldi da Credit Agricole. Danneggiato anche il cofano, scardinato per prelevare la batteria. A mio parere la batteria potrebbe essere servita loro per l’azione esplosiva. Ovviamente resta, al momento, unicamente un’ipotesi mia, altrimenti si tratta di una curiosa coincidenza”.

I ladri, tre persone con il volto nascosto da un cappuccio, secondo le immagini riprese da uno dei sistemi di videosorveglianza della vicina edicola-tabaccheria-ricevitoria “Peter Pan” di Fabrizio Paganoni, mentre un’altra è stata accecata con una vernice spruzzata sull’occhio elettronico, hanno poi spaccato il finestrino della vettura per rimetterla all’interno della vettura.

“In passato, purtroppo - aggiunge l’imprenditore - mi era già capitato di subire il furto di un mio furgone, sottratto dal magazzino qui sotto dove teniamo la merce per il lavoro, quando avevano rubato nella vicina edicola-cartoleria-tabaccheria. Si trattò di un mezzo a quel tempo probabilmente utilizzato dai malviventi per caricare la refurtiva, prima di darsi alla fuga. Non siamo nuovi a episodi di criminalità. Sono stato informato stamattina (domenica: ndr) e sono venuto a vedere di persona che cosa fosse successo. Nel contempo ho provveduto a informare i carabinieri di Sondrio che indagano sul colpo al bancomat e ai quali presenterò regolare denuncia per il grave danno che ho subito”.

L’altro giorno, invece, alla caserma di Largo Sertoli, sede del Comando provinciale dell’Arma, ancora erano in attesa di ricevere la denuncia da parte di dirigenti o quantomeno addetti dell’importante istituto di credito nazionale: nessuno aveva inoltrato l’esposto contro ignoti e neppure risultava che fosse stato fatto nella città di Parma, sede del Gruppo in Italia. E, al momento, non è dato sapere a quanto ammonta il bottino sottratto dalla “banda dei bancomat”, ma sicuramente alcune migliaia di euro secondo alcune voci, che ha agito nell’arco di pochissimi minuti e con grande precisione nel posizionare la carica esplosiva e nel quantificare il dosaggio necessario allo scopo. Il boato, fra le 2.30 e le 3, si era udito sino ai rioni periferici del capoluogo valtellinese. Sul luogo dello scoppio, la mattina seguente, erano accorsi gli addetti di turno festivo della banca che in tempi molto celeri avevano provveduto a coprire con un pannello bianco lo spazio che era occupato dal bancomat fuori uso ed era intervenuto, inoltre, Giampaolo Munarini, addetto alla Sicurezza esterna della banca, il quale aveva effettuato un sopralluogo per accertarsi che tutto fosse stato sistemato al meglio, senza potere tuttavia rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa. E un sopralluogo lo aveva compiuto pure Antonio Staino, direttore e titolare dell’Istituto di vigilanza di Sondrio, per sincerarsi che non fosse successo nulla all’attività commerciale del suo cliente, il titolare dell’edicola-tabaccheria-ricevitoria “Peter Pan” in passato svaligiata ben tre volte prima degli interventi di potenziamento della sicurezza richiesti a Staino.

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