Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 11 Febbraio 2021
Arriva l’ordinanza
Da lunedì si scia
Capienza al 30%
Si potrà salire al 50% per le piccole stazioni. Pescegallo potrà ospitare al massimo mille appassionati
Non si ricorda, a memoria d’uomo, una stagione dello sci che partisse il 15 febbraio invece, stavolta, va così.
Nell’era Covid, gli impianti di risalita, invece, di cominciare a girare all’Immacolata, o anche prima, perché era invalso, ultimamente, il vezzo di fare a gara ad aprire a novembre, gireranno a Carnevale. Con tanto di mascherine. Sulla bocca e sul naso, però, non certo sugli occhi.
Una concessione alla leggerezza, quest’ultima, che ci permettiamo soltanto perché è tale il sollievo, da parte degli impiantisti di tutta Italia, e di casa nostra in particolare, che può essere utile a stemperare le infinite tensioni di questi ultimi mesi.
L’incognita delle zone
Anef e Federfuni, le principali associazioni datoriali degli impiantisti, ma anche il Collegio regionale dei maestri di sci, l’Associazione maestri di sci italiani, Amsi, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria, benedicono l’ordinanza emessa ieri da Regione Lombardia che vara l’apertura della stagione sciistica da lunedì prossimo, 15 febbraio, fino al 31 marzo, sempre che si resti in zona gialla.
Perché in arancione o in rossa, gli sciatori amatoriali, restano al palo. Ma a questa eventualità ora nessuno vuole pensare. Tutti concentrati sulla ripartenza, anche se, calmierata. Sì, perché il tetto massimo degli accessi in pista è stato fissato nel 30% della portato oraria degli impianti aperti. Tenuto conto, anche, del numero degli skipass plurigiornalieri, settimanali e stagionali già venduti.
Per cui, ad esempio, se la portata oraria complessiva di un comprensorio sciistico, considerati gli impianti aperti, è pari a 12mila presenze, gli ammessi a sciare sono 3.600. Ma se si sono già venduti 300 skipass plurigiornalieri e settimanali e 100 stagionali, questi devono essere scontati dal totale, per cui scendiamo a 3.200 sciatori ammettibili.
E c’è anche un’interessante novità, nell’aria da alcuni giorni, ma rimasta nel cassetto per scaramanzia. Perché, coi venti che tirano, non si sa mai dove si può andare a finire.
Ed è rappresentata dal fatto che la capienza sale al 50% della portata massima oraria degli impianti aperti in quelle stazioni che non ne hanno più di due. Da noi, Fupes Pescegallo, in Val Gerola, e Alpe Teglio, a Prato Valentino, dai 1700 ei 2650 metri della ski area tellina.
Mille sciatori
«Noi potremo avere al massimo mille sciatori in pista - assicura Marilisa Paltrinieri, presidente Fupes Pescegallo - e dal 15 febbraio saremo in pista. Non ripagheremo le spese fisse, ma comunque, partiamo. Da domani (oggi, per chi legge, nda), richiamiamo al lavoro gli stagionali, sette in tutto, in modo da dare ad altrettante famiglie oltre all’unico dipendente fisso che abbiamo. Sarà aperto anche il rifugio Salmurano che gestiamo, in house, dal novembre scorso, con le regole della zona gialla. È stato aperto anche nei giorni scorsi, devo dire, in zona gialla, con trasporto via skilift, solo per i prenotati a pranzo. Mentre in zona arancione era aperto, senza trasporto, solo per l’asporto».
Entusiasmo, ma non alle stelle a Prato Valentino dove il patron, Adriano Opiatti, annuncia l’apertura per lunedì prossimo del campo scuola, e dal 20, nei fine settimana, di tutto il comprensorio.
«Una seggiovia e uno skilift, da 1700 a 2650 - dice Opiatti - che ci permetteranno di avere in pista fino a 900 sciatori, anche se non credo arriveremo a tanto. Comunque, ci siamo. Neve ce n’è da vendere, da uno a due metri e mezzo».
Sport e divertimento sono, quindi, assicurati, pur nel rispetto della rigida normativa Covid. «Torna a splendere il sole sulle montagne lombarde», annota Massimo Sertori, assessore alla Montagna, così come Antonio Rossi, sottosegretario regionale con delega allo Sport parla di «una boccata d’ossigeno per gli operatori del settore e le nostre montagne».
© RIPRODUZIONE RISERVATA