Area ex Fossati di Sondrio, nuovi passi avanti verso la riqualificazione

Nelle scorse settimane si è concluso l’iter di approvazione dell’analisi di rischio, presentata dalla società regionale Aria, propedeutica alla bonifica e al recupero dell’area

Metalli, a partire dall’arsenico nell’area in cui veniva lavorato il cotone grezzo insieme a tracce di rame e nichel, idrocarburi nelle zone della tintoria e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), ma nessuna sostanza volatile. Anche le ultime indagini confluite nell’analisi di rischio confermano quanto già emerso in passato per l’ex Fossati di Sondrio, dando di fatto il via libera al progetto di messa in sicurezza permanente dell’ex area industriale.

Una superficie di 42mila metri quadrati nei pressi del castel Masegra rimasta in funzione come filatura e lavorazione tessile dalla fine dell’‘800 fino al 2011 ed ora inserita dalla Regione tra i 18 siti orfani (aree potenzialmente contaminate la cui responsabilità dell’inquinamento non è più attribuibile a nessuno) per il cui recupero sono stati messi a disposizione 65 milioni di euro: 51 di fondi Pnrr e 14 di fondi propri della Lombardia.

Nelle scorse settimane si è concluso l’iter di approvazione dell’analisi di rischio, presentata dalla società regionale Aria, propedeutica alla bonifica e al recupero dell’area. Bonifica che secondo le regole del Pnrr da cui derivano le risorse finanziarie deve essere di almeno il 70% della superficie entro il primo trimestre del 2026. L’Analisi proposta ha considera uno scenario misto di utilizzo delle aree, in linea con le previsioni della variante generale del Pgt del Comune di Sondrio approvata a marzo 2023 che ammette la possibilità di prevedere diverse destinazioni d’uso: residenziale, verde pubblico e privato e industriale e commerciale. E dunque i percorsi di esposizione considerati attivi hanno riguardato la possibile ingestione di suolo contaminato e contatto dermico, piuttosto che l’inalazione di polveri derivanti dall’erosione ad opera del vento. Tutto unicamente per il suolo superficiale.

La situazione più critica è stata riscontrata nella porzione ovest del sito a causa della presenza di una quantità di arsenico che richiede l’esecuzione di un intervento. La proposta avanzata da Aria è di completare la pavimentazione mancante e ripristinarla laddove ammalorata per tagliare i percorsi di esposizione attivi. A completamento degli interventi previsti sarà anche rimosso il materiale caratterizzato come rifiuto, rinvenuto nel corso delle indagini integrative del 2024, e utilizzato per colmare la vasca interrata a servizio del sistema di pesa dei camion, nel quale è stata rilevata la presenza di amianto crisotilo in concentrazioni superiori all’1 per mille. Il tutto verrà rimpiazzato da materiale di provenienza certificata.

L’Analisi di rischio e gli interventi di bonifica sono stati approvati dagli enti interessati - Soprintendenza Speciale Pnrr, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, la Regione, Aria, Arpa, Ats della montagna e Provincia di Sondrio - ma potranno essere aggiornati sulla base delle previsioni del futuro progetto di riqualificazione del sito e dei risultati della determinazione del Valore di fondo naturale dell’Arsenico.

Bisogna ricordare che la proprietà dell’area, la società Fossati Uno, a giugno aveva inviato a palazzo pretorio il piano di fattibilità urbanistica dell’area, redatto dallo studio di progettazione dell’architetto Giovan Battista Bonomi di Sondrio affinché fosse valutato proprio in relazione alla stesura definitiva degli elaborati utili alla gestione del procedimento di bonifica.

L’amministrazione comunale Scaramellini, già all’inizio del primo mandato aveva inserito l’ex Fossati negli ambiti di rigenerazione e il provvedimento era stato recepito e rafforzato nella variante al Pgt. Lo stanziamento della Regione per i siti orfani ha accelerato i tempi di un intervento atteso da anni e che rappresenta il primo, fondamentale passo per l’eliminazione del degrado e dei rischi che ne derivano.

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