La città di Sondrio ha risposto presente nella 74ª Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Autorità, parenti di vittime ed infortunati, ma anche gente comune ha partecipato numerosa alla manifestazione che dopo la messa ha visto il corteo dirigersi al monumento alle vittime sul lavoro.
E’ stata la cerimonia delle prime volte. Quella del neo presidente di Anmil Sondrio (Associazione nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) che ha organizzato l’evento, Arturo Schiappadini e del nuovo prefetto di Sondrio, Anna Paone. I dati al 31 agosto in provincia sono di un morto sul lavoro, mentre due nostri convalligiani hanno perso la vita sul lavoro fuori provincia. « Questi sono solamente le morti denunciate all’Inail, ma vogliamo ricordare oggi la tragedia che ha sconvolto l’intera Valtellina con i tre finanzieri (Luca Piani, Alessandro Pozzi e Simone Giacomelli, Nda) che anche loro hanno perso la vita sul lavoro – ha detto il direttore dell’Inail di Sondrio, Claudio Zanin-. Loro tre non rientrano nell’elenco.
Finora al 31 agosto abbiamo avuto 1431 denunce di infortunio in Provincia, il 2% in più rispetto allo scorso anno. Non calano gli infortuni, da qualche anno non riusciamo ad andare sotto una certa soglia, anche se dobbiamo dire che rispetto agli anni Ottanta- Novanta il numero di morti si è dimezzato. Noi ricordiamo le vittime del lavoro e i morti di malattia professionale, e gli infortunati e i malati, due volte l’anno: in questa manifestazione e in quella del Primo Maggio a Colda dove c’è il libro bianco con i nomi di tutte le vittime in provincia. Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali creano anche difficoltà psicologiche che i parenti delle vittime sanno. La nostra provincia ha dato tanto in termini di malattie sul lavoro, ricordiamo anche i morti di silicosi 202 dal 1972, tutta gente ha lavorato in cantieri, gallerie e dighe. Ma ci sono anche altre malattie professionali: oggi ricordiamo Teodosia Galli sarta di Livigno, una delle quattro vittime di malattie di quest’anno: c’era l’amianto nelle macchine per cucire un tempo. Anche nel settore tessile è basso il rischio di infortunio sul lavoro, invece abbiamo avuto tante malattie professionali per le sostanze che erano usate, un po’ come accade nel settore legno e cuoio, anche se ora sono cambiate le sostanze».
Zanin ha consegnato un attestato e un distintivo alle vedove degli altri morti per malattie professionali del 2024: Egidio Vaninetti, Rinaldo Ciapponi e Michele Pedraglio. Accorato come sempre il presidente di Confartigianato, Jonny Gritti: « Noi abbiamo cominciato 10 anni fa a entrare nelle scuola ed insegnare ai ragazzi con le testimonianze di invalidi e degli imprenditori la cultura della prevenzione perché che tutti sappiano cosa significhi infortunio. Bisogna riavviare la formazione nelle scuole ed Insegnare le lingue ai lavoratori: in un cantiere ora ci sono anche dieci etnie».
Emozionato il presidente Anmil Sondrio Arturo Schiappadini: «L’insicurezza sul lavoro ha segnato la mia vita provocando un incidente sul lavoro. Sono in Anmil dal 2005 perchè non vorrei capitasse ad altri quello che è accaduto a me. Ritengo che si debba tornare a parlare con urgenza e concretezza della tutela delle vittime. La tutela contro infortuni sul lavoro e malattie professionali è regolata da un testo unico dal 1965 che appare anacronistico. Solo una completa riforma potrebbe a garantire prestazioni giuste in grado di restituire dignità e piena integrazione nel mondo del lavoro. La rendita ai superstiti di caduti sul lavoro viene ingiustamente considerata come come un reddito ai fini Isee. E’ Importante insegnare la sicurezza sul lavoro nelle, scuole ed è ormai giunto quasi ad approvazione definitiva il progetto di legge».
© RIPRODUZIONE RISERVATA