Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 07 Maggio 2019
Alimentari Sciani, chiusura e lacrime
Ponte in Valtellina. Un’attività portata avanti per 92 anni, ma nessuno dei figli e nipoti di Anna e Angioletta vuole proseguire. Il negozio è sempre andato bene. Tra i motivi dell’addio c’è la burocrazia: «La fattura elettronica non fa per noi...».
Gli scaffali sono quasi vuoti oggi. Restano qui e là qualche lattina di pelati, un bagnoschiuma, qualche scatola di biscotti, ma per il resto lo storico alimentari Sciani di Ponte in Valtellina, dove si sono incrociati tanti vissuti del borgo, ha chiuso i battenti per sempre. Era il 1927 quando Giovanni Sciani e la moglie Maria Della Patrona da Tresivio rilevarono l’attività commerciale pontasca che, poi, in questi 92 anni, è stata portata avanti dal figlio con la moglie e poi dalle nipoti, Anna e Angioletta Sciani. Anna ha iniziato da ragazza insieme alla mamma, poi è subentrata la sorella Angioletta; nel 2002 Anna è andata in pensione e Angioletta ha proseguito l’attività insieme alla commessa Mariarosa Parravicini. Fino al 20 aprile scorso quando le serrande dell’alimentari che si trova nel cuore del paese, in via Piazzi, si sono abbassate. La commozione di questo momento è davvero molta, sia fra la popolazione sia - naturalmente - in Anna e Angioletta che faticano, nel raccontare la loro storia, a trattenere qualche lacrima.
«Ma – dice Angioletta – come in tutte le cose ci sono un inizio e una fine». E questa ha riguardato anche l’alimentari. Già da un paio di anni Angioletta aveva manifestato la volontà di chiudere l’attività, poi la burocrazia e, in particolare, la fatturazione elettronica che «non rientra proprio nel mio Dna – dice la signora – mi hanno costretto a fare il passo».
Di figli e nipoti Anna e Angioletta ne hanno, ma nessuno vuole continuare, hanno altri interessi e obiettivi. «Ci dispiace molto – ci dicono mentre le incontriamo fra le mura del negozio -. Non sapete quante lacrime... Abbiamo trascorso una vita qui». Il primo alimentari si trovava in via Quadrio ed è rimasto lì fino al 1957, poi si è trasferito in via Piazzi, dove i genitori di Anna e Angioletta avevano una casa. Nel 1980 le sorelle lo hanno ristrutturato.
«Ai tempi si vendeva un po’ di tutto - raccontano -. Era una piccola “Rinascente” con cibi freschi e confezionati, ferramenta, giardinaggio e casalinghi. Quando siamo rimaste noi due abbiamo mantenuto solo l’alimentari con i casalinghi, perché questi ultimi piacevano a noi. E ci piaceva allestire anche la vetrina... Tante persone l’apprezzavano». L’apertura degli ipermercati non ha penalizzato – al contrario di quanto, generalmente, si pensa – proprio tutte le piccole botteghe. Almeno non a Ponte.
«Noi abbiamo sempre venduto bene. Si pensi che, a tutt’oggi a Ponte, paese di 2.200 anime comprese le frazioni, restano tre alimentari (di cui due dello stesso proprietario), una macelleria e una gastronomia». Anna ricorda con simpatia il talento del nonno: «Era un imprenditore ai tempi - dice -. Vendeva prodotti agricoli dei contadini e portava le patate in Svizzera. Quando lo chiamavano dalla Svizzera al telefono, per rispondere si metteva il cappello (e sorride, ndr). Era una cosa importante per lui...».
Un grande grazie Angioletta lo rivolge alla commessa Mariarosa, che per 17 anni ha lavorato con lei: «È stata proprio brava, sapeva trattare con i clienti che chiedevano sempre di lei». E andare all’alimentari – ieri come oggi, soprattutto per le persone di una certa età – non significa solo fare la spesa, ma anche scambiare quattro chiacchiere. Soprattutto al pomeriggio gli anziani entravano da Sciani quasi per passare il tempo, oltre che per acquistare quanto mancava in dispensa o in frigorifero.
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