Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 12 Agosto 2015
«Agostino continuerà a indicarci la strada»
Il pilota Folini salutato da tutta Chiuro. Numerosi amici e conoscenti anche da fuori provincia.
C’era tutta la comunità di Chiuro, ieri pomeriggio, a dare l’ultimo saluto ad Agostino Folini, il pilota cinquantunenne che ha perso la vita mentre era alla guida dell’elicottero con cui aveva fatto migliaia di voli in tantissimi anni di esperienza.
Chiesa gremita, con la presenza anche dei rappresentanti di numerose di istituzioni pubbliche e private. Toccanti le parole e i pensieri del parroco, don Attilio Bianchi, che ha scelto le parole più adatte per veicolare messaggi “alti”. Alti proprio come le vette che Agostino sorvolava e superava con il suo velivolo. E sta proprio in questa altezza e vicinanza a Dio la meta ultima di Agostino e degli uomini, che deve costituire conforto per chi resta. «Quante volte con il loro volo Agostino e i suoi colleghi e amici hanno alleviato le fatiche, sconfitto i pericoli - ha domandato il parroco -? Quante volte sono stati via certa per tanti viandanti? Sono sicuro che Agostino, Marco e Stefano, dall’altezza dove Dio li ha portati con sé, vogliono parlarci della bellezza di questa geografia che ci avvolge. Gesù è la vita. E Agostino con il suo elicottero ha dato volto a questa vita. Dove non ci sono strade percorribili da piedi umani, ha consentito di raggiungere la meta».
Ad ascoltare queste parole erano in tanti ieri. Accorsi da tutta la provincia – visto che Agostino era un pilota molto conosciuto e stimato – e anche da fuori provincia, poiché la moglie Anna Maria è originaria della Valcamonica. Il feretro di Agostino – una bara contornata di fiori bianchi – ha atteso l’inizio della funzione religiosa direttamente in chiesa, fra le preghiere commosse dei fedeli. Poi è iniziata la Messa, accompagnata da coro e organo, e cantata anche dal parroco che ha parlato di una «pesantissima e misteriosa croce» che si è abbattuta dall’alto verso la famiglia di Folini, che lascia oltre alla moglie, anche il figlio Pietro di 5 anni e la figlia Giulia di 18 anni, avuta dal precedente matrimonio.
Il cuore di Anna ha incontrato un tratto di cammino avvolto da interrogativi che scavano giorno e notte e che sembrano non trovare risposta, ma «la morte di Agostino e dei suoi colleghi viene atrofizzata dalla parola di Dio: noi siamo polvere. La nostra vita è come un fiore che fiorisce e poi appassisce. Anche se questa fragilità abita la nostra vita e ha abitato quella di Agostino, ciò non ci toglie la luce che fiorisce nel cuore, anche nei sentimenti sgomenti».
Il parroco ha ricordato anche quando Folini, soltanto qualche settimana fa, con un suo collega aveva dato accoglienza sul suo velivolo alla statua della Madonna dei Pellegrini. «Quando trasportava la statua, questa si sporgeva e le mani della Madonna quasi si sono toccate con quelle di Agostino», ha ricordato don Attilio, quasi a significare questa vicinanza al cuore materno di Maria. «L’incontro fra il velivolo e la Cima di Zocca non si è chiuso - ha aggiunto -, ma si è aperto alla luce di Dio, oltre gli occhi spenti della morte. Agostino, per il lavoro svolto con profonda professionalità, ha avuto il dono di guardarci dall’alto». Agostino ha indicato una via da percorrere durante la sua vita e lo farà ancora, «tutti possano – è l’augurio finale del parroco – gustare il suo affetto di figlio, padre, marito e viandante».
Per sostenere e condividere insieme questo momento di dolore anche il padre di Marco Gianatti ha voluto essere presente ieri pomeriggio al funerale di Agostino. E come lui anche la moglie di Marco, Sara, entrata in chiesa a metà funzione per testimoniare come insieme si possa e si debba proseguire. Al termine delle esequie, quando il feretro è stato trasportato sul sagrato, è partito un applauso sincero, tributo e ringraziamento per un lavoro svolto con serietà in tutti questi anni da Agostino.
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