Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 30 Ottobre 2024
Aggressione ad Albosaggia: «Perché gli accusati sono ancora liberi?»
Ascoltati i testimoni, in particolare le ragazze che quella notte del 13 ottobre erano in compagnia delle vittime, sentiti gli stessi due ventenni di Chiesa in Valmalenco pestati a sangue perchè inizialmente si erano rifiutati di rivelare le cifre del codice Pin della carta di credito e, soprattutto, visionate le numerose immagini catturate dalle telecamere del locale pubblico di divertimento, del pub-pizzeria, della vicina banca, dove i giovani furono costretti a fare il prelievo di 500 euro e consegnare i soldi al “branco” composto da una decina di giovani - la maggior parte dei quali sarebbero stati di nazionalità marocchina e nordafricana - la svolta alle indagini dei carabinieri sulla brutale aggressione con rapina nel dopo discoteca in località Porto, in territorio comunale di Albosaggia, pareva imminente, questione di un giorno o due, se non addirittura di ore.
Un fatto che aveva suscitato notevole scalpore, in Valtellina, fortunatamente non abituata a registrare episodi di violenza di tale portata ad opera di presunte baby-gang: uno dei ragazzi picchiati riportò serie lesioni, giudicate guaribili dal personale sanitario in oltre 30 giorni, salvo ulteriori complicazioni, mentre l’amico e coetaneo se la cavò con ferite di minore gravità, ritenute guaribili in una decina di giorni.
IIn merito all’accaduto, è intervenuto l’avvocato Francesco Romualdi di Sondrio che tutela le parti lese.
«Gli organi di stampa hanno giustamente messo in risalto l’episodio di cronaca stante la gravità dei fatti - afferma l’avvocato Romualdi che è anche presidente del Consiglio comunale nel Comune capoluogo valtellinese, oltre a essere coordinatore provinciale del partito della premier Giorgia Meloni - e ora per conto dei miei assistiti devo purtroppo constatare che, a distanza di quasi 20 giorni, nulla sia ancora accaduto nei confronti degli aggressori. Le due vittime, l’uno in stampelle e l’altro che sta affrontando un percorso psicoterapeutico per superare l’aggressione armata, dopo aver già subito un inspiegabile e allo stato inspiegato ritardo nell’intervento da parte delle forze di polizia (i primi carabinieri sono giunti in località Porto di Albosaggia quasi 40 minuti dopo la prima chiamata, tabulato telefonico alla mano), nonostante i filmati esistenti e le testimonianze dei presenti, ad oggi si domandano perchè i responsabili siano ancora a piede libero».
Il penalista sondriese nella nota inviata a “La Provincia di Sondrio” aggiunge: «Leggono sulla stampa locale di attività di controllo di polizia e di aumento della sicurezza ma poi, in concreto, quando accade un fatto di inaudita gravità come quello che li ha visti vittime, loro sono soli e non sanno nulla salvo che i loro aggressori sono ancora là fuori e loro dentro casa per paura di vederli o incrociarli».
«Nessuno - conclude il penalista - discute la professionalità o dedizione o capacità degli inquirenti, sia chiaro, ma forse occorrerebbero meno comunicati stampa su operazioni già programmate e più risultati concreti per impedire nuovi e non programmati episodi di criminalità».
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