Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 26 Agosto 2018
Addio a Eugenio Tarabini
Una vita per la sua Valle
Il cordoglioNella mattinata di ieri è scomparso il politico, nato a Morbegno
Sette volte fu chiamato a ricoprire l’incarico di sottosegretario al Tesoro
A una sola settimana di distanza, la Valtellina ha perso due autorevoli protagonisti della vita politica e amministrativa dell’ultimo mezzo secolo.
Dopo la scomparsa del senatore Edoardo Catellani, che negli anni ‘70 ricoprì la carica di vicepresidente vicario del Senato, nella tarda mattinata di ieri è venuto a mancare nel capoluogo il senatore Eugenio Tarabini.
Con Catellani e Tarabini si sono spenti tutti i sei nostri rappresentanti a Roma eletti nel 1968; insieme a loro Libero Della Briotta, Athos Valsecchi, Arnaldo Racchetti e Franco Zappa. Mai più da allora, la nostra provincia ha avuto una rappresentanza così ampia e qualificata.
Tarabini, morbegnese, classe 1930, avvocato, si avvicinò presto alla politica nei ranghi della Democrazia Cristiana e si fece le ossa, come avveniva allora, attraverso diverse esperienze a carattere provinciale (tra cui la Segreteria della Democrazia Cristiana provinciale).
Volontà di ferro
La sua carriera romana è iniziata da deputato nel 1968. Frequentare assiduamente l’aula non è mai stato facile per i valtellinesi, che ogni settimana dovevano sottoporsi a sfibranti trasferte, con mezzi certamente meno celeri di quelli di oggi.
Ci voleva volontà di ferro, anche perché c’era comunque l’esigenza di non trascurare la propria attività professionale.
Ma Tarabini non interpretò l’attività parlamentare come un’esperienza marginale della sua vita. Ci si dedicò anima e corpo, tanto da essere rieletto, come deputato e senatore, su un arco complessivo di ben 26 anni.
Il suo impegno e la sua competenza furono presto notati, tanto che fu chiamato a ricoprire per ben sette volte l’incarico di sottosegretario al Tesoro nei vari governi Andreotti, Spadolini, Craxi e Forlani.
In questo modo riuscì ad acquisire una grande conoscenza dei meccanismi che regolano l’amministrazione statale.
I nostri parlamentari, Tarabini tra loro, oltre che in aula hanno dovuto mantenere una presenza incisiva in occasione delle più gravi crisi che hanno travagliato il nostro territorio: parliamo soprattutto della vicenda del Cotonificio Fossati (1975), allora la più grande attività produttiva della Valle, conclusa positivamente attraverso il passaggio alla Tescon, Gruppo Eni. Soprattutto dell’alluvione del 1987, che ebbe un iter molto travagliato anche e soprattutto nel varo della Legge Valtellina che ha assicurato il rilancio della nostra provincia.
Un’altra grande sfida
Quando sembrava che la partecipazione di Eugenio Tarabini alla vita pubblica fosse ormai conclusa nel 1994, un quinquennio più tardi non si sottrasse a un’altra sfida.
Grande propugnatore dell’autonomia della Valle e padre spirituale del movimento dei Popolari Retici, nel 1999 accettò l’invito del centrodestra ad assumere la guida della Provincia, avendo come avversario il presidente uscente di centrosinistra Enrico Dioli: al ballottaggio vinse con quasi il 53% dei suffragi.
Nel 2004 si è candidò per una riconferma, sostenuto dai Popolari Retici, da Forza Italia e Alleanza Nazionale, ma fu sconfitto al ballottaggio dal senatore leghista Fiorello Provera. Riprese la sua attività professionale e nonostante i problemi di salute degli ultimi anni, si presentava ogni giorno nel suo studio: l’ha fatto fino a pochi giorni fa.
Ricordava con molto piacere l’incontro di due anni fa a Sondrio con Sergio Mattarella: si conoscevano molto bene, in quanto l’attuale presidente della Repubblica era ministro dei Lavori Pubblici quando Tarabini era sottosegretario al Tesoro.
Lascia la moglie Lucia e i figli Maria Cristina, Giuseppe e Paolo. I funerali avranno luogo domani alle 16,30 in Collegiata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA