A Sondrio 37,5 gradi nel luglio più caldo. Le riserve d’acqua ridotte del 65%

Meteo Il previsore di Arpa: «A passo Marinelli termometro mai finito sotto lo zero». Ha piovuto poco (53 millimetri), ma lo scorso mese non è stato il più secco in assoluto

Ci lasciamo alle spalle un luglio caldo, anzi, caldissimo. A tal punto che – per quanto riguarda la città di Sondrio – è stato battuto ogni record: come ci spiega l’esperto previsore di Arpa Lombardia Matteo Zanetti, «nel capoluogo lo scorso mese è stato il luglio più caldo in assoluto dal 1951 a oggi».

In generale, «in Lombardia, si è trattato del secondo luglio più caldo degli ultimi decenni, dietro al 2015, mentre Sondrio ha avuto come massima assoluta i 37,5°C, andando oltre i livelli registrati fino a quel momento». Da settant’anni a questa parte – dacché è possibile avere rilevazioni a livello di temperatura – il termometro in questo periodo non era mai arrivato a livelli tali.

Confronto

«È importante sottolineare – aggiunge Zanetti – che si tratta di un dato che riguarda solo il mese passato e non l’estate nel complesso. Infatti, nel 2003 a Sondrio ad agosto fu anche peggio come temperature». In generale, comunque, «abbiamo rilevato globalmente uno scarto positivo di 2/3 gradi in più rispetto alla media del periodo». Già non è poco per la città, figuriamoci per le località di montagna.

In quota, l’ago della bilancia resta sempre il passo Marinelli: la stazione Arpa – nel comune di Lanzada – posta a 3032 m sul livello del mare ancora ieri segnava 12°C nelle ore pomeridiane. «Abbiamo avuto massime fino a 14 gradi: è davvero moltissimo», conferma il meteorologo. «Praticamente sempre la stazione – quella di Arpa collocata più in alto in tutta la Lombardia, nda – ha registrato temperature sopra lo zero».

Anche a livello di precipitazioni il dato non è di certo favorevole. In ogni caso, considerando le piogge dell’ultima settimana del mese passato, «in città luglio si è confermato un mese sicuramente asciutto, ma, lo stesso, non ha fatto registrare un record negativo». Si parla, nel complesso, di «53 mm di precipitazioni. È sicuramente tra i quindici mesi più secchi finora, ma ci sono stati anche anni peggiori».

Ieri, poi, è stato reso noto il bollettino Arpa sullo stato delle riserve idriche alla 31 luglio: si tratta, dunque, della fotografia dell’ultima settimana del mese, caratterizzata – come si può ricordare – dall’atteso ritorno delle precipitazioni.

La pioggia, comunque, non sembra aver cambiato di molto le sorti dei corsi d’acqua lombardi: in regione, infatti, il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi e negli invasi artificiali è rimasto invariato rispetto ai sette giorni precedenti e si conferma inferiore a confronto con la media del periodo 2006-2020 di ben 65 punti percentuale.

Bacino dell’Adda

Per quanto riguarda il bacino dell’Adda, quest’ultimo valore arriva addirittura a -74,2%: lasciando da parte gli apporti nivali (terminati, a prescindere, in questo periodo), il volume di acqua negli invasi artificiali – 90,1 milioni di metri cubi – è inferiore sia alla media (-64.7%), sia ai valori minimi (-15.6%) dei passati 15 anni.

Anche il volume invasato nel lago di Como (4,4 milioni di metri cubi), pur essendo rientrato ora nei limiti della regolazione ordinaria, risulta sotto sia alla media del periodo di riferimento (-96.1%), sia ai minimi (-90.3%).

Archiviamo, in sostanza, un mese dalle tinte fosche. «Il mio augurio – conclude Zanetti – è che possiamo, negli anni a venire, ricordarci chiaramente di com’è stato questo luglio. Vorrebbe dire, infatti, che lo richiameremo alla memoria come mese particolarmente caldo, sì, ma isolato e non, dunque, come una costante».

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