Violenze al personale sanitario in crescita,
è allarme in Lombardia

Il tema è stato oggetto di un convegno ad hoc tenutosi venerdì al Belvedere Jannacci di Palazzo Pirelli per iniziativa dell’Organismo nazionale professionisti salute e privacy (Onsip) e di Ugl (Unione generale del lavoro) Salute in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia

Sono in aumento gli episodi di violenza ed aggressione verso medici ed infermieri e l’incremento maggiore si ha proprio nel territorio lombardo. Tant’è che, per la prima volta, anche un medico di medicina generale attivo da più di trent’anni sul territorio della nostra provincia, Claudio Romano, in servizio fra Piantedo, Delebio, Cino e Cercino, è stato aggredito pochi giorni fa dal figlio di un paziente per essere arrivato in ritardo all’appuntamento in ambulatorio. La Lombardia è stata, infatti, la regione italiana con l’incremento percentuale maggiore di violenze e aggressioni sul personale sanitario nel 2024 sull’anno precedente pari al 25% in più, seguita dalla Campania, al 22%, dalla Puglia, 20%, dal Lazio, 19%, dalla Sicilia, 18%, dal Veneto, 17%, e quindi Piemonte e Liguria, 16%, Emilia Romagna, 15%, Toscana, 14% e Calabria, 13%.

Il tema è stato oggetto di un convegno ad hoc tenutosi venerdì al Belvedere Jannacci di Palazzo Pirelli per iniziativa dell’Organismo nazionale professionisti salute e privacy (Onsip) e di Ugl (Unione generale del lavoro) Salute in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia. Vi hanno preso parte anche Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, e Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza, che hanno dichiarato guerra alle aggressioni attraverso due distinte modalità.

«Innanzitutto fondamentale sarà sempre più prevenire queste tensioni - ha detto Bertolaso - che si verificano soprattutto nei Pronto soccorso. E qui si tratterà di lavorare sull’organizzazione del lavoro e sullo sfoltimento delle attese, in modo da garantire a ciascun paziente la presa in carico e la soluzione del suo problema in tempi consoni. Su questo stiamo già lavorando e continueremo a lavorare. Poi c’è il discorso del rafforzamento della sicurezza attraverso la presenza delle forze dell’ordine e, in questo senso, ci sono accordi in essere con le Prefetture e con il Ministero dell’Interno, oltre al ricorso a personale addetto alla vigilanza soprattutto nottetempo e nei punti più nevralgici dei nostri ospedali». Che si punta anche a dotare si apparecchi di videosorveglianza diffusi.

«Come assessorato stiamo lavorando, insieme al Ministero dell’Interno - ha aggiunto Romano La Russa - per destinare tre milioni di euro ai sistemi di videosorveglianza negli ospedali, un primo passo per rafforzare la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti stessi. Dopodiché, i punti di Polizia presenti nelle strutture sono già stati riattivati al 50% e puntiamo ad una riattivazione completa».

Interessante anche la novità introdotta dal 2 gennaio dall’Asst di Pavia che, prima in Lombardia, ha dotato il personale del Pronto soccorso dell’ospedale di Vigevano di uno smartwatch antiaggressione. Un “braccialetto” da polso dotato di un pulsante Sos che permette il contatto diretto con la centrale operativa e l’attivazione delle forze dell’ordine in caso di necessità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA