Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 23 Febbraio 2017
Viadotto del Tartano, spuntano gli archi
Ieri un nuovo pezzo importante dell’opera ha iniziato a prendere forma con l’arrivo dei tubolari. L’impalcato è un misto di acciaio e calcestruzzo di 13 metri di larghezza e tutto sarà completato per la primavera.
Spuntano gli archi al viadotto sul Tartano a Talamona, struttura che sarà completata per la primavera. I passaggi all’aperto (molto più di quelli in galleria, dove si lavora più nascosti alla vista dei passanti) di una grande opera come la nuova strada statale della Valtellina hanno riservato diversi colpi d’occhio importanti sul paesaggio. L’ultimo in ordine di tempo si è verificato ieri all’altezza del conoide del Tartano, alla fine del lotto in Bassa Valle dove fra martedì e ieri sono stati posizionati gli archi del viadotto.
«Dopo il viadotto della foce del Bitto, possiamo dire che si tratta della seconda opera più importante del nuovo tracciato della variante di Morbegno», spiega il consulente esterno incaricato dal Comune di Morbegno, il geometra Francesco Bongio. Si tratta di un ponte ad arco ribassato a via superiore che ha una lunghezza di 105 metri. L’impalcato a unica campata è a struttura mista di acciaio e calcestruzzo a sezione trasversale, aperta costituta da due travi metalliche principali che sono alte 1,80 metri e da due archi tubolari in acciaio di diametro di 1,60 metri. La larghezza dell’impalcato è di 13 metri. «Dopo la realizzazione delle fondazioni e delle spalle - ancora Bongio - da diverse settimane sono in corso i lavori di assemblaggio delle strutture metalliche. Oggi sono stati posizionati gli archi e l’ultimazione del viadotto è prevista per la prossima primavera».
Questo l’aggiornamento sulle opere al Tartano. Per quanto riguarda le opere in galleria, in questi giorni è al lavoro la seconda talpa meccanica a disposizione della ditta Cossi, che si sta occupando della realizzazione della nuova superstrada in Bassa Valle. «Si sta lavorando sui due fronti della galleria Selvapiana e mancano circa 800 metri al congiungimento delle due parti, che significa abbattimento del diaframma per il mese di maggio», dice Bongio. Una tempistica dilatata, imposta dalle caratteristiche della roccia che impongono attenzione e lavorazioni attraverso il “martellone”.
Mentre dopo la posa lo scorso gennaio dell’ultima trave del viadotto Adda-Bitto (la struttura metallica sistemata fra il fiume Adda e la galleria che sbuca alla Valletta), è stato posizionato il prefabbricato sopra le travi che poi verranno armate, in modo da completare definitivamente per la fine del mese l’impalcato del ponte Adda-Bitto. Sul tratto all’aperto della strada le opere maggiori (viadotto ai Prati del Bitto e ponte sul Canale Orobie) e le opere minori (sottovia stradali, sottopassaggi ciclo-pedonali-faunistici) nonché muri di sostegno di varie tipologia risultano ad oggi realizzati. È in corso la predisposizione delle scogliere per la formazione del nuovo alveo del torrente Bitto ed è iniziato l’assemblaggio, mediante saldatura, delle strutture necessarie all’approntamento degli archi di acciaio del viadotto Adda a fine lotto. Per il cunicolo Selvapiana le lavorazioni riprenderanno a giorni e mancano al completamento circa 1.250 metri.
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