Via libera al restauro del monumentale organo della chiesa di San Carpoforo a Delebio

Il tam-tam ha avuto il suo effetto e quello che solo qualche mese fa era un sogno ora si è materializzato. È stato infatti concesso il via libera all’intervento di restauro del monumentale organo Prestinari della chiesa San Carpoforo a Delebio, risalente addirittura al 1837. Tanti gli attori mobilitati dopo l’annuncio dello scorso marzo di Stefano Gusmeroli, operaio di Colico, originario di Delebio, il quale ha un amore spropositato verso l’arte e la cultura. La Parrocchia di Delebio è riuscita ad accedere ai contributi CEI (Conferenza Episcopale Italiana) tramite la Curia di Como dimostrando la paternità dell’organo. Uno strumento raro e prezioso in Valtellina, ma anche sconosciuto a molti. Un pezzo di storia musicale locale potrà rinascere.

L’organo, la cui usura del tempo lo ha reso praticamente inutilizzabile, ha bisogno di un restauro in tutte le sue componenti. La chiesa parrocchiale delebiese si prepara a restituire alla comunità uno dei suoi tesori più preziosi, un capolavoro dell’arte organaria che ha accompagnato la vita religiosa e culturale del paese per quasi due secoli. Costruito dalla celebre famiglia Prestinari, rappresenta un raro esempio della tradizione artigianale lombarda. Il modello conserva intatte le caratteristiche originali. Un restauro che si preannuncia delicato e complesso. Dopo un lungo iter e numerosi sopralluoghi le operazioni di recupero dell’organo sono state affidate a una squadra di esperti artigiani specializzati nel recupero di strumenti storici. Gli organi dell’epoca infatti richiedono un approccio delicato per preservarne l’integrità e rispettare le tecniche costruttive originali.

Come data di inizio lavori è stato ipotizzato fine 2026/inizio 2027, a testimonianza delle difficoltà e delle complicazioni che subentrano in un intervento di questo tipo. Sono tante le operazioni da eseguire: dal ripristino dei meccanismi interni alla pulizia delle canne e al restauro della cassa armonica. Si interverrà anche sui componenti meccanici, ma anche sul complesso sistema dei registri e dei mantici, che permettono di ottenere le straordinarie varietà di suono tipiche di questi strumenti.

«Penso che per eseguire tutti i lavori il tempo stimato sia sui nove mesi – ha annunciato il promotore principale dell’iniziativa, Stefano Gusmeroli -. Dovremo effettuare il restauro della “macchina”. Questo sarà compito della casa organaria, di cui però non posso ancora svelare il nome. Parallelamente dovremo occuparci del restauro della cassa lignea. Siamo dovuti passare per la Soprintendenza di Milano, e abbiamo dovuto scegliere tra tre restauratori che avessero l’abilitazione al restauro su materiale ligneo dell’800. Non tutti infatti possono mettere mano a uno strumento di questa portata e storia. Anche questo tipo di restauro sarà molto impegnativo, perché bisognerà mettere in sicurezza la balconata. Tutti gli interventi che eseguiremo saranno in sincronia con la Soprintendenza visto che si tratta di un bene storico e culturale».

Uno degli obiettivi principali che si vuole ottenere con questo restauro è quello di mantenere comunque l’autenticità dell’organo. «Il nostro scopo è riportare lo strumento al suo antico splendore senza snaturarlo – ha spiegato il maestro organaro -. Vogliamo che l’organo possa suonare come nel 1837, rispettando i materiali e le tecniche originali usate da Prestinari». Si tratta di un lavoro che richiederà mesi di pazienza e tanta precisione, e che porterà alla luce non solo il suono originale dello strumento, ma anche la sua bellezza estetica. L’intervento di restauro va oltre il semplice recupero di uno strumento musicale. L’organo Prestinari è un simbolo della storia e dell’identità della comunità locale. Uno strumento che ha accompagnato momenti di gioia e di dolore dei delebiesi, cerimonie religiose e festività, instaurando un legame profondo tra la chiesa e i suoi fedeli.

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