Val Masino, allarme rientrato. «Felici di essere tornati subito a casa»

Val Masino

«Le persone sfollate sono già tutte nelle loro abitazioni, felici di essere tornate a casa dopo poche ore». A dirlo, alle 17, il sindaco di Val Masino, Pietro Taeggi, che da sabato mattina era sulle corde come tutti i suoi concittadini per via delle bizze dello Scaiun. La parete rocciosa che sovrasta il nucleo di Cataeggio, il più antico della valle, che da decenni convive con lo sgretolamento di questa montagna.

Monitorata con radar da terra dal Comune di Val Masino, dal 2016, e poi, dal 2019, dal centro di monitoraggio geologico di Arpa Lombardia. Ed è da Arpa che è partito l’alert alle 10.34 di sabato quando il sindaco Taeggi è stato chiamato a prendere parte al Centro coordinamento soccorsi prontamente allestito in Prefettura a Sondrio per far fronte all’emergenza.

Durata poco più di 24 ore «perché la situazione di allerta grave, di livello tre, è rimasta tale fino al tardo pomeriggio-sera di sabato - dice il sindaco - dopodiché, questa mattina, dalla Prefettura mi hanno comunicato che l’allerta era sceso al livello uno, cosiddetto di “attenzione”. É stato di nuovo convocato il Centro coordinamento soccorsi in Prefettura alle 11, cui ho presenziato e nel quale è stato deciso che il pericolo doveva considerarsi rientrato e che le persone sfollate, 300 in tutto, di cui 120 negli alberghi della zona, potevano tornare a casa, così come poteva essere tolto il divieto di transito sulla strada provinciale numero nove all’altezza di Cataeggio».

La bella notizia è giunta all’ora di pranzo, intorno alle 12.30, quando gli sfollati ospitati negli alberghi Cristina, Miramonti, Sasso Remenno e Rustichella erano a tavola, per cui il sindaco ha preferito lasciare che terminassero tranquillamente il pranzo per poi avvisarli e attivare il sistema di trasporto con pulmino del Comune e della Protezione civile che aveva funzionato molto bene il giorno prima.

«Ringrazio i volontari di Protezione civile locale e mandamentale perché hanno fatto un lavoro egregio - dice Taeggi -. Così come tutti coloro che si sono attivati nell’emergenza».

Sul posto sono giunti subito, sabato mattina, i Vigili del fuoco permanenti di Morbegno ed è stata attivata l’Unità di comando locale in zona cimitero, in modo da rispondere alle necessità più urgenti della popolazione sfollata e poterla accompagnare nelle abitazioni nel caso in cui avesse dimenticato medicine o vestiario. Per tutta la notte di sabato i Vigili del fuoco hanno anche illuminato lo Scaiun con il loro potente faro torcia. Presenti anche i Carabinieri del comando compagnia di Sondrio, il personale di Areu e della Croce rossa di Morbegno in supporto ad eventuali emergenze.

«Che non ci sono state, per fortuna - osserva il sindaco -, anche perché tutte le persone allettate e fragili sono stati traferite in via precauzionale in ospedale dagli operatori di Areu».

Quanto allo Scaiun, ovvio, resta osservato speciale.

«Purtroppo non è una convivenza facile anche se va avanti da anni - dice Taeggi - . Sono stati fatti in passato interventi di messa in sicurezza, sono in corso i lavori sul secondo lotto e prossimi ad essere affidati quelli per il terzo lotto con la costruzione di un ampio vallo paramassi. Interventi importanti, per complessivi 3,5 milioni di euro. La nostra attenzione al tema è sempre alta, quindi, ma periodicamente lo Scaiun fa tribolare lo stesso».

L’ultimo distacco importante risale al 25 settembre del 2023, quando dopo più di quattro anni di silenzio, il versante si è mosso riversando 60 metri cubi di materiale nei valloni paramassi. Ben 15mila, invece, i metri cubi di roccia rotolati a valle il 4 febbraio 2019 e pure fermati nei valli. E altri massi si erano staccati nel 2018 e nel 2016.

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