Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 24 Aprile 2017
Uva, perso il 20% della produzione per l’ondata di gelo: colpito il fondovalle
Unica consolazione: non si tratta del raccolto di pregio che serve per la vinificazione. Frutteti: danni per tre milioni, danneggiati cento ettari.
Ghiaccio tra i tralci e danni alla viticoltura per intemperie e freddo tardivo, in molte località sono andati distrutti i tre quarti della produzione. Nei vigneti della Valtellina dopo le tre notti di gelo di questa settimana, tra martedì e giovedì, con temperature che sono scese in picchiata ben al di sotto dello zero termico, ieri è stato il momento della conta dei danni.
Dalla Fondazione Fojanini sono state mappate le aree più colpite dalle gelate e si comincia a delineare in modo preciso il quadro delle perdite alle aziende. Un quadro da calamità meteo decisamente nero. «Questa notte - ha chiarito ieri da Sondrio il direttore Graziano Murada – la temperatura non è scesa sotto lo zero e quindi – ha precisato - stiamo rientrando nella normalità, ma sono stati tre giorni da tregenda. Per quanto riguarda i vigneti, da Ardenno fino a Tirano la produzione di tutte le vigne poste sul fondovalle per 3/4 è andata persa. È una grande quantità di uva e lavoro andato in fumo, sono quantitativi che valgono il 20% della produzione provinciale totale. Il gelo, come avevamo già detto - ha anche confermato Murada - ha colpito le zone pianeggianti, i vigneti di mezza costa non sono stati interessati dalle gelate o lo sono stati marginalmente ma dove termina il piano, al “piede di versante” sul primo, secondo terrazzamento risalendo verso monte i problemi ci sono stati».
Nella zona di Tresivio e Ponte i vigneti posti sul conoide sono andati completamente distrutti. «Gran parte dell’uva andata persa - è stato affermato - era destinata alla commercializzazione nel settore ortofrutticolo, uva da tavola e uva per autoconsumo, sulla produzione di pregio, quella da vinificare, i danni sono inferiori, calcolati intorno al 5% del totale provinciale. Ma chi andrà a lavorare in vigna - hanno chiarito i tecnici Fojanini - dovrà comprarsi il vino per la propria tavola e questo per chi opera nel settore è sempre uno smacco».
Esistono, poi, è stato aggiunto, ripercussioni che si andranno a misurare sui prossimi raccolti, perché il vitigno è danneggiato. «I getti che partiranno dalle gemme di “controcchio”, quelle che sostituiscono nella crescita e sviluppo della pianta i germogli e tralci di nebbiolo congelati, saranno poco fertili. Avremo una diminuzione e ripercussione consistente sulla produzione del 2018».
Per quanto riguarda i frutteti, sono andati completamente persi sul fondovalle più di un centinaio di ettari. Secondo le prime stime si parla ad oggi già di due, tre milioni di danno per le coltivazioni. La Fojanini ha indetto per giovedì un incontro con Melavì e amministrazione provinciale: «Metteremo su cartografia – ha spiegato Murada – le percentuali di danno zona per zona, una mappatura che servirà alla amministrazione provinciale per richiedere un eventuale stato di calamità naturale».
Dai tecnici l’appello è rivolto alla popolazione valtellinese. «Questa – è stato rimarcato – è l’occasione per scegliere i prodotti locali, per dare sostegno dimostrando vicinanza a chi fa questo mestiere difficile e così soggetto alle bizze del meteo, portando solidarietà e riconoscimento a gente che difende le nostre tradizioni rurali e ha una sola fede: lavoro, lavoro, lavoro».
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