Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 15 Marzo 2017
Un etto di marijuana in auto
E a casa una serra per coltivarla
Due arrestiUn trentino e un nigeriano sono stati fermati sabato a Delebio
L’italiano era dedito alla coltivazione intensiva: «Mi curo il mal di schiena»
Li ha traditi il fortissimo odore di marijuana che proveniva dal bagagliaio (un etto nascosto nel vano della ruota di scorta) e una volta che hanno realizzato di non avere più modo di cavarsela allora hanno rispolverato la questione dell’uso terapeutico. «Questo sacchetto è la mia scorta per curarmi dal mal di schiena... Sa, io la canapa la coltivo proprio e sto facendo studi per selezionare al meglio le mie piante e renderle ancora più lenitive».
Una balla colossale quella raccontata ieri in carcere da un trentino interrogato per la convalida assieme al suo compagno di viaggio, un nigerano trovato in auto al momento del controllo. Ma su una cosa l’uomo non ha mentito: sulla coltivazione di canapa che a quanto pare, nella sua terra d’origine, è la sua principale attività.
Il controllo
Ma andiamo per gradi e cominciamo da quanto avvenuto sabato pomeriggio. Umberto Zappa 65enne di Strigno, provincia di Trento, e Ubogu Monday, 29enne nigeriano, residente a Sassari, stavano percorrendo in auto la provinciale in direzione di Lecco quando, ad Andalo Valtellino, sono stati notati da una pattuglia di Delebio.
I carabinieri, insospettiti dall’atteggiamento del guidatore, che sembrava essersi innervosito alla vista della pattuglia, hanno deciso di fermare il veicolo per procedere al controllo degli occupanti. Zappa ha da subito tentato di evitare un controllo approfondito, asserendo di avere fretta, ma questo non ha fatto desistere i militari che, identificati i due uomini, hanno chiesto al guidatore di aprire il bagagliaio. Nonostante questi continuasse a indugiare, affermando di trovarsi in Valtellina per vendere i prodotti della propria azienda, i militari hanno proceduto al controllo del contenuto del vano bagagli, effettivamente stipato di prodotti industriali. Il forte odore di marijuana proveniente dal baule ha però convinto i militari che nel bagagliaio ci fosse ben altro ed effettivamente hanno trovato tre buste contenenti circa un etto di stupefacente, oltre a circa 2500 euro provento dell’attività di spaccio.
I due uomini, di fronte all’evidenza, non hanno ovviamente più potuto negare la vera ragione della loro presenza e hanno affermato di aver intrapreso insieme il viaggio per procurarsi lo stupefacente in Lombardia, per poi rivenderlo. Tuttavia, in considerazione del quantitativo di droga rinvenuto e della versione poco verosimile fornita dai due uomini, i carabinieri di Delebio hanno chiesto ai colleghi trentini di estendere la perquisizione anche all’azienda artigiana dell’uomo, dove è stata rinvenuta una vera e propria officina dello spaccio, perfettamente autonoma, dalla produzione al confezionamento.
La serra artigianale
Occultata all’interno dell’azienda è stata infatti rinvenuta una serra contenente circa 120 piante di marijuana con irrigatori automatici, lampade UV, fertilizzanti per la coltivazione oltre a bilancini di precisione e apparecchiature per il confezionamento sotto vuoto.
I due uomini sono quindi stati tratti in arresto con l’accusa di spaccio e coltivazione di sostanza stupefacente, arresti che sono stati convalidati ieri mattina. Tutti e due hanno già potuto lasciare il carcere, ma non potranno lasciare il luogo di residenza.
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