Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 21 Febbraio 2017
Un altro cervo investito nella piana di Dazio «Servono i dissuasori »
Travolto sullo stesso tratto di provinciale dove si sono verificati simili incidenti anche di recente. La Lav: «Tenere gli animali lontani dalla strada si può».
Selvatici della Colmen, gli scontri e gli investimenti di cervi e ungulati nella piana di Dazio e nei dintorni si susseguono. Venerdì sera è stata una giovane cerva a venire travolta da un’auto nel tratto di strada provinciale 10 che va dal ponte sul torrente Tovate alle prime case di Dazio. Erano circa le 19 quando un automobilista di passaggio ne ha scorto la sagoma nel buio, sull’asfalto: l’animale era raccolto su di sé e sofferente, giaceva per terra tra il bordo della strada e una delle corsie di scorrimento.
Immediata la segnalazione alle forze dell’ordine, sul posto intorno alle 19.15 è intervenuta una squadra di vigili del fuoco proveniente dalla caserma di Morbegno.
Gli effettivi dei vigili del fuoco hanno subito messo in sicurezza il tratto stradale, l’ungulato ferito occupava parte della corsia e c’era il rischio di un ulteriore incidente. Nel contempo è stata allertata la polizia provinciale. Quando il responsabile zonale delle guardie venatorie Ettore Mozzetti è arrivato sul posto per prendere in carico l’animale investito, la cerva si era già rialzata e si era allontanata rientrando “sulle proprie zampe” nel bosco. Da parte di alcuni residenti è stato fatto notare come l’ungulato sia stato travolto nel punto esatto dove passano i cervi che si muovono tra il più ampio versante retico e l’area della Colmen.
«Si tratta – ha spiegato un automobilista di passaggio – di un vero e proprio sentiero della larghezza di mezzo metro, che si affaccia a monte sul tracciato della provinciale. Si può vedere l’erba calpestata dai cervi. Proprio di fronte a quel punto solo negli ultimi mesi, dall’estate ad oggi, si sono verificati almeno tre investimenti».
Riconoscibile il tragitto degli ungulati, c’è chi ipotizza si possano installare sul posto dei dissuasori, dispositivi che sono considerati efficaci sia dagli addetti ai lavori, sia da chi cerca alternative alle soluzioni cruente e agli abbattimenti di capi.
«Si tratta di dispositivi acustici o luminosi che fermano l’animale e lo distolgono evitando che sconfini sulla strada – ha spiegato da Sondrio la referente Lav, Lega antivivisezionista Stefania Sbarra – ne esistono di più tipi. Consideriamo – ha confermato – che i punti in cui i cervi sconfinano nelle strade sono davvero relativamente pochi. Quindi una scelta di questo genere, basandosi su precisi rilevamenti, non vediamo perché non possa essere adottata. Allo stesso tempo si deve intervenire sui guidatori, facendo loro capire che in certi tratti stradali la guida deve essere davvero prudente. Si corre troppo anche dove la segnaletica che indica l’attraversamento selvatici è evidente. Conosciamo i posti, conosciamo i metodi e, visto che gli incidenti si verificano nonostante le battute di caccia si ripetono, non capiamo cosa si aspetti: forse l’incidente grave, per poi mettersi le mani nei capelli?».
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