Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 14 Luglio 2018
Troppo divario fiscale, fra Delebio e Andalo niente “matrimonio”
Alla luce dello studio fatto, i sindaci dicono no. «La fusione ad oggi non rappresenta un’opportunità, genererebbe svantaggi per molti cittadini e imprese».
Naufraga il progetto di fusione tra i Comuni di Delebio e Andalo Valtellino: troppo il divario fiscale, che sfavorirebbe i contribuenti di Andalo. Con un documento congiunto, i sindaci dei due paesi protagonisti del primo approccio alla fusione in Bassa Valle, hanno spiegato i motivi della decisione di non proseguire con l’iniziativa, alla luce dei risultati dello studio di fattibilità di cui è stata incaricata l’Anci.
«Due sono gli aspetti particolarmente significativi emersi dallo studio – hanno concordato i sindaci Marco Ioli e Juri Girolo – una maggior capacità da parte del Comune unico di fronteggiare pericoli e svantaggi e cogliere opportunità e vantaggi in ordine all’esercizio delle funzioni comunali con una logica organizzativa sia di gestione diretta sia di costruzione di reti e rapporti con i fornitori e, dall’altro lato, l’obiettiva difficoltà nella gestione delle differenze nella fiscalità dei due Comuni, tali da generare svantaggi tangibili per i cittadini e le imprese di Andalo. Alla luce di quanto emerso le nostre amministrazioni hanno deciso di comune accordo di non dare corso ai successivi passi della fusione, compreso il referendum, poiché riteniamo che ad oggi la fusione non possa essere considerata un’opportunità».
Il sindaco di Delebio Marco Ioli ha sottolineato gli «indubbi benefici finanziari: trasferimenti statali pari a 270mila euro, risparmi vari per oltre 32mila euro cui si sommano gli avanzi di amministrazione. Inoltre, per numero di popolazione saremmo diventati il quattordicesimo Comune a livello provinciale». Dall’opposizione, il capogruppo Fabrizio Scinetti ha sottolineato che «questo “no” viene pronunciato sentendo elencare solo vantaggi. È evidente che la pressione fiscale di Delebio, che da sempre giudichiamo troppo alta, ha compromesso il progetto di fusione. Avremmo comunque ritenuto doveroso, prima del pronunciamento ufficiale del consiglio comunale, che lo studio di fattibilità fosse condiviso con la popolazione in un’assemblea pubblica, date sia le aspettative sia la rilevanza dell’argomento».
Le valutazioni sulla fusione da parte dei due Comuni erano partite nella primavera dello scorso anno con la volontà tra l’altro di «anticipare i temi rispetto a una possibile fusione imposta dall’alto e senza incentivi economici». Nel luglio 2017 i consigli comunali deliberavano la gara per affidare lo studio di fattibilità, poi assegnato ad Anci Lombardia. Di recente lo studio è stato restituito e le valutazioni hanno portato al “no”, che chiude la strada anche al referendum tra i cittadini. Il sindaco di Delebio non ha escluso, sebbene i giochi siano fatti, di presentare comunque lo studio di fattibilità in un’assemblea.
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