Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 09 Agosto 2018
Travolta da due cervi alla Colmen
«Sono arrivati addosso all’improvviso»
Dazio, brutta avventura per una ragazza di 14 anni, ferita mentre era su un sentiero. Portata in ospedale, per lei solo contusioni. Il telefonino l’ha salvata dagli zoccoli.
Investita da due cervi su una strada di montagna, il trasporto in ospedale, ore di paura e angoscia, poi le diagnosi, gli accertamenti, infine il respiro di sollievo con i danni inferiori al previsto. È un episodio davvero particolare quello che ha vissuto sabato sera una giovane ragazza di Dazio. Verso le 21 lungo la strada che porta alla Colmen, la “Culmine di Dazio” la sommità che domina il paese, un gruppo di amici ha avvistato dei cervi. La comitiva, come altri gruppi che li precedevano e che li seguivano stava discendendo verso le case dopo avere assistito ad un concerto in un rifugio alpino.
Erano arrivati in tanti alla Casermetta di Dazio, stabile bellico posto sulla cima della Colmen, edificio ora recuperato e attrezzato come rifugio per la zona, per assistere ad una serata celebrativa sulla Grande guerra. Letture di testi d’epoca interpretati da attori, esibizioni del Coro delle Alpi retiche. Una serata suggestiva, di avvio agosto, una offerta anche turistica per una località, Dazio che è meta di villeggiatura. Dopo le 20,30 a serata terminata tanti spettatori si sono messi in moto per scendere e fare rientro a casa. Erano circa le 21 e una quattordicenne residente nel paese era circa a metà strada, con i suoi amici in località Persegaz. Loro erano in gruppo, c’erano altri gruppi che scendevano.
Ad un certo punto la ragazza ha scorto dei cervi sulla strada. Camminavano su una mulattiera che consente anche il transito delle jeep, non erano nel bosco. «Li ho visti, ma erano ancora distanti – ha affermato ieri la giovane – poi all’improvviso ci sono arrivati addosso». I giovani si trovano sulla corsa dei cervi, la ragazza ne intravede un primo, ha appena il tempo di spingere via una sua amica che è sulla traiettoria del selvatico, poi viene urtata sul volto dal muso dell’animale. Un secondo cervo che arriva di seguito la prende in pieno, la urta sul costato, la proietta a terra. Lei sente uno zoccolo dell’ungulato che batte sulla scocca del cellulare, il telefonino è nel marsupio, che nella piroetta le finisce sul volto. E il telefonino la protegge dal contatto diretto con gli zoccoli.
Arriva gente a prestare soccorso, chiamano al telefono i genitori della ragazza, ed è una corsa angosciosa. Arrivano in auto, poi la discesa all’ospedale di Morbegno, le visite, tante botte, contusioni anche al volto, «ma niente di rotto». E un respiro di sollievo. «Normalmente – spiegano i genitori della ragazza – ci si fa molto male anche quando si entra in collisione con un cervo alla guida della propria auto. Questa volta è andata bene. Siamo arrivati sul posto in auto, la strada con un po’ di esperienza dei posti è transitabile, in ospedale ci hanno rassicurato».
Nessun rancore verso gli ungulati che sulla Colmen e nelle zone dei Cèch ci sono. «Sappiamo che la montagna è così, tutto era tranquillo ma non siamo in città, muoversi in ambiente comporta sempre anche delle incognite».
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